Fiat 500 “schiacciata” in un museo | Le auto “massacrate” in nome dell’arte e il “dolore” degli appassionati

Un’opera d’arte costruita con alcune Fiat 500 che non piacerà affatto ai fans del marchio. Perchè? Beh, date un’occhiata a come hanno “massacrato” queste povere automobili!

Un certo Oscar Wilde centinaia di anni fa diceva che l’arte è separata dalla morale. Ma quello che un artista un po’ su di giri ha fatto ad un gruppo di vecchie Fiat 500 in nome dell’arte probabilmente è sbagliato sotto tutti i punti di vista, per un fan del modello italiano.

Fait
Una Fiat in esposizione negli anni 60 (Fiat)

Nata nel 1957, la piccola utilitaria nata per garantire a tutti gli italiani un mezzo di trasporto solido ed economico negli anni del grande “boom” del dopoguerra ha scatenato la fantasia di progettisti e proprietari: ci sono talmente tante opere o modifiche effettuate su una 500 da non poterle nemmeno raccogliere in un solo articolo.

Abbiamo delle 500 in versione Giardinetta, modificate con motori Abarth, prive del tettuccio per diventare delle simpatiche spiaggine…ecco, tra tutte queste modifiche, non avevamo mai visto la 500 “frittella”. Anzi, dovremmo parlare al plurale perchè questo infausto destino è toccato a sei automobili della vecchia serie.

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Una serie di 500 formato pizza

Quella che vedete qui sopra è solo una delle sei 500 di colori e modelli diversi “spiaccicata” dal singolare artista Ronaradstudio in occasione della mostra In Reverse. In parole povere l’opera – chiamata in modo appropriato Pressed Flower – consiste nella distruzione delle auto.

Instagram
Oh mamma…(Instagram)

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L’artista – o dovremmo dire il rottamatore – ha schiacciato le piccole auto con un rullo compressore, applicandole poi contro una parete dove possono mostrare al mondo cosa succede ad un’auto quando non si comporta bene e prova a sorpassare in curva un SUV…

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Il senso dell’opera? Le vetture – scrive Garage Italia – perdono la propria tridimensionalità trasformandosi da oggetti che interagiscono con il mondo in dei quadri. La domanda che sorge spontanea è, le povere auto saranno state d’accordo nel “perdere la loro profondità” in nome dell’arte? A voi la sentenza.

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