Professione: collezionista di auto | L’incredibile storia di Mario Biondi

Quando la passione per l’automobile è davvero infinita, soprattutto per un marchio storico. Alla scoperta del “collezionista” Mario Biondi

Mario Biondi collezionista Mercedes
Mario Biondi (Getty Images)

Le automobili sono molto più di un mezzo utile a viaggiare. Per tante persone, come i collezionisti, sono una vera e propria passione unica nel suo genere, caratterizzata da pezzi dal valore inestimabile in grado di far breccia nel cuore di uomini e donne in tutto il mondo sin dai primi anni del 1900.

Tra queste persone c’è anche Mario Biondi, famoso jazzista e cantante soul italiano che ai microfoni del Resto del Carlino ha parlato proprio delle sue amatissime vetture e, restringendo il cerchio, di quelle targate Mercedes.

Tutto, come spesso accade, nasce dai genitori. Il padre del musicista, infatti, era innamorato perso delle automobili. Le acquistava distrutte rimontandole dal pezzo più semplice a quello più complesso.

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Una sola differenza. Il papà era un Porschista convinto. Biondi Jr invece, ama la Mercedes alla follia. E infatti, proprio della Stella di Stoccarda ha una raccolta notevole di modelli che vanno dagli anni ’60 ad oggi.

Mercedes, dalla 500 SL alla 500 K: una passione infinita

 

 

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Come spiegato, Mario Biondi è un grande collezionista di Mercedes. Tanti i modelli di sua proprietà. Su tutti una 500 SL del 1978 davvero speciale.

Entrò in produzione soltanto nel 1980, quindi il modello che gli appartiene è una preserie. Ma la lista continua con le Mercedes Pagoda.

Si aggiungono a questa splendida lista la 230, la 250 e la 280, tutte acquistate dal 1963 al 1971. Poi due 450, il modello Europa e quello America fino alle mitiche SLS ed SLR.

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In questo lungo viaggio nel tempo, però, anche qualche amara scelta di troppo come quella di aver venduto la 190 SL. Non può mancare, poi, una meravigliosa quanto rara 420 disegnata da Bruno Sacco.

Ma che fine fanno queste meravigliose vetture? Queste auto, spesso e volentieri, sono state protagoniste di intrecci per niente banali con la sua musica.

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Come ad esempio due Mercedes-Benz 500 K del 1934 e una 8/20PS Jagdwagen del 1914, esposte nel museo di Nicolis di Villafranca di Verona e nei magazzini Lamacart in occasione di un suo brano, Deep Space.

L’artista, in un’altra canzone, ha messo al centro dell’attenzione anche una SLS. Insomma, musica e motori possono tranquillamente andare a braccetto. E Mario Biondi ce lo dimostra quotidianamente…

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