Cosa c’entra la Lada con la Fiat? Ecco come l’Italia ha portato l’automobile in Unione Sovietica e fatto nascere il marchio storico

La nascita dell’industria automobilistica domestica in Unione Sovietica non è stata un processo facile ne rapido: Fiat ha contribuito alla nascita di quella che ora chiamiamo tutti Lada negli anni 60.

Al termine della Seconda Guerra Mondiale, le nazioni europee – vincitrici o perdenti che fossero – erano desiderose di ricostruire un nuovo mondo dalle ceneri del conflitto. Probabilmente in Italia, il simbolo del boom economico del dopo guerra è rappresentato dalla Fiat, capace di produrre auto popolari famose come la 500 e la 600.

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La primissima auto fu una Fiat 124 (Wikipedia)

Tra i paesi interessati all’operato della Fiat durante gli anni 60 a sorpresa si fece avanti pure l’Unione Sovietica, nonostante la sua ostilità al mondo capitalista occidentale. Dopo aver valutato varie offerte infatti, il governo locale decise che importare conoscenza sull’auto senza adottare la mentalità occidentale sarebbe stata la scelta giusta.

L’accordo con Fiat venne raggiunto nel 1964, anno in cui venne edificata da zero Togliattigrad, città industriale chiamata come il famoso politico italiano di sinistra. L’accordo prevedeva la produzione di 600.000 auto l’anno, vetture che sarebbero derivate da modelli Fiat e avrebbe visto l’aiuto della casa torinese.

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Un lento inizio

Inizialmente, le difficoltà incontrate dalla neonata industria sovietica furono parecchie al punto che pur essendo stata inaugurata nel 1966, la prima azienda locale produttrice di auto – la Autovaz che oggi si chiama Lada – raggiunse un costante flusso di produzione soltanto nel 1970.

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La Lada Niva, sicuramente la più famosa Lada del mondo (Wikipedia)

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Tra i problemi incontrati durante la produzione delle prime vetture, chiamate Vaz Zigulì ed ispirate alla Fiat 124 di cui erano praticamente copie locali, ci fu la scarsa disponibilità di carburante adeguato che finì per ridurre le prestazioni di queste vetture. Le auto dovettero poi essere adattate al rigido clima invernale, avendo ruote più larghe ed una manovella per avviare il motore nel peggiore dei casi.

Ci furono anche dispute di natura “patriottica” sul colore delle prime Zigulì, che uscirono dalla fabbrica in un triste bianco nuvola per non scontentare né italiani né russi! Grazie all’ottima consulenza di tanti ingegneri ed operai italiani comunque, la Vaz riuscì a prendere il via, producendo centinaia di migliaia di automobili nel corso degli anni 70 fino a raggiungere gradualmente una certa indipendenza industriale.

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Tutto questo però costò parecchio denaro a Fiat, lasciando dunque un grosso punto interrogativo sull’effettiva riuscita dell’ambizioso progetto di espandersi su un mercato ai tempi inesplorato come quello sovietico. In ogni caso, ad oggi, la Lada è una realtà di tutto rispetto nel mondo dell’automobile con circa un milione di automobili prodotte ogni anno che vengono pure esportate nel resto del pianeta.

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