La “pecora nera” della General Motors | Geo, un marchio durato come la neve al sole

Negli anni 90 la General Motors, una grande famiglia che include molti dei più iconici marchi che producono automobili negli USA, si arricchì con un nuovo nome. Per pochissimi anni, però.

Quella della General Motors, nel bene e nel male, è una grande famiglia che riunisce colossi del mondo dell’auto del calibro di Chevrolet, Cadillac e Buick. Una famiglia non troppo unita però che per ragioni economiche anche gravi negli ultimi anni si è vista costretta a staccare la spina a nomi come Pontiac ed Hummer.

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Purtroppo, in pochi conobbero il marchio…(Blog Consumer Guide.com)

In pochi però si ricordano un altro nome scomparso dall’album di famiglia della GM, comprensibilmente visto che la vita di questa casa produttrice è durata appena otto anni. Praticamente, un battito di ciglia in prospettiva a marchi che hanno scritto la storia dell’automobilismo americano come quelli che abbiamo citato sopra e la cui chiusura ha scatenato una polemica feroce da parte dei fans.

Ma cosa è andato storto nel progetto Geo? Tanto per cominciare, la casa era stata ideata come un’estensione del marchio Chevrolet. Si pensava che con la crescita del settore delle auto low cost destrante soprattutto alla città il marchio – e su ampia scala la General Motors – avrebbe beneficiato dell’esistenza di un brand dedicato completamente alla produzione di vetture di questo tipo. Purtroppo, la supposizione si rivelò errata.

Non arrivò nemmeno al 2000

La casa venne presentata nel 1989 in pompa magna, con una particolare campagna pubblicitaria molto minimalista che puntava ad introdurre la Geo ai clienti abituali della GM: “Getting to know Geo”, vieni a conoscere Geo, si leggeva sui poster e i cartelloni dell’epoca con il motto spesso associato alla canzone Getting to know you presa dal musical The King and I.

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Il marchio Geo, in perfetto stile anni 90 (Pinterest)

Fondamentalmente, Geo era un marchio dedicato alla distribuzione di vetture straniere: non che Geo abbia mai plagiato un’automobile ma la GM si assicurò accordi di mercato con case come Toyota e Suzuki per una joint-production di vetture come la Metro, vagamente simile alla Suzuki Swift dell’epoca o la Tracker che si ispirava chiaramente alla Vitara ma esibiva anche una livrea fosforescente, su richiesta, pacchiana come poche cose.

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La Geo Metro, utilitaria basata sulla Swift (Wikipedia)

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Il marchio sfortunatamente fallì nel suscitare appeal nel settore di mercato a cui era indirizzato: a metà del 1997, la Geo venne semplicemente chiusa dalla Chevrolet che continuò a produrre alcuni modelli come la Tracker con il proprio marchio. Cosa andò storto? Probabilmente, non era un buon momento per introdurre un nuovo marchio, con tutta la competizione che c’era sul mercato low cost in quegli anni. Inoltre, la casa mancava di personalità: peccato che nessuno abbia voluto “conoscere Geo”, come dicevano gli slogan

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