A rischio i lavoratori Mercedes e non solo | Gli effetti della crisi si vedono

Daimler sta affrontando varie sfide in questo decennio, ma c’è ne una fra tutte che colpisce indistintamente tutte le aziende.

daimler lavoratori
Lavoratori Daimler a Sindelfingen (Getty Images)

Daimler ha preso una decisione storica. A causa della carenza di chip, infatti, l’azienda che possiede vari marchi tra cui quelli di Mercedes, ha deciso di tagliare delle ore di lavoro ai propri dipendenti. Ciò non in tutti gli stabilimenti, ma la produzione comunque ne risentirà.

Lo stesso sta facendo anche Volkswagen a Wolfsburg, e uguale Nissan in Tennesse e Missisipi, ovvero due stati degli USA. Riguardo Daimler, lo stop è per due impianti tedeschi, ovvero Brema e Rastatt, che producono vari tipi di Mercedes.

Certamente la carenza di chip sta limitando parecchio le aziende legate all’automotive, ma ci si aspettava un miglioramento proprio per questo mese di giugno. Più o meno questo c’è stato, ma i suoi effetti si devono ancora vedere.

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Daimler, l’addio al diesel potrebbe avvenire prima

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Mercedes EQS (daimler.com)

Come ben sappiamo, a livello mondiale questo è il decennio in cui l’automobile elettrica dovrà spodestare quella a motorizzazione tradizionale, e anche Daimler non fa eccezione. Tuttavia, sembra che il piano dei tedeschi sia cambiato.

Difatti, l’addio al diesel potrebbe avvenire prima rispetto alla tabella di marcia concordata, che vedeva una data oltre il 2030 come punto di fine. Adesso, invece, sembra che proprio questa data possa essere quella decisiva per salutare per sempre i propulsori a combustione.

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Sempre in virtù dell’elettrico, Daimler ha intenzione di rendere progressivamente nulle dal punto di vista dell’impatto ambientale, le proprie fabbriche. Entro il 2022, infatti, l’impianto di Tramagal in Portogallo, subirà modifiche tali da utilizzare: idrogeno, veicoli elettrici per portare i pezzi, pannelli solari per alimentare lo stabilimento, e così via.

Insomma, Daimler è pronta alla rivoluzione elettrica che è già partita. Certo, la crisi dei chip spaventa, così come quella per le possibili perdite di posti di lavoro, ma il gigante tedesco dell’automotive è pronto a vincere anche questa sfida.

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