Arriva dall’Inghilterra il motore a zero emissioni, altro che elettrico

Il futuro per molte persone è elettrico. Per altre è qualcosa di alternativo, soprattutto per gli inglesi. La novità è davvero particolare.

 

 

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Il settore auto è davvero in espansione, soprattutto dal punto di vista dello sviluppo elettrico. E l’innovazione, spesso arriva anche da chi non t’aspetti.

Come la Jcb Bamford Excavators, multinazionale inglese che produce macchinari pesanti per la costruzione edilizia, la demolizione e l’agricoltura, che ha annunciato l’intenzione di mettere in produzione un motore davvero speciale.

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Quest’ultimo non solo dovrebbe evitare la produzione di anidride carbonica ma offrire pure un’alternativa sostenibile all’elettrico grazie a dei pistoni alimentati a idrogeno.

Il propulsore utilizzato dall’azienda con i propri escavatori, un quattro cilindri Dieselmax 448, potrebbe infatti essere applicato anche su molti altri veicoli.

Ma quale elettrico: il futuro è a idrogeno (per gli inglesi)

Motore a idrogeno. Una novità per molti ma non di certo per l’impresa e per il suo presidente, Anthony Bamford, che nel luglio 2020 aveva già iniziato a manifestare la volontà di unire un gruppo di persone specializzate nei motori a idrogeno.

Come spiegato dal numero uno dell’azienda britannica, infatti, l’obiettivo è quello di raggiungere le zero emissioni di carbonio ed aggiungere un’alternativa oltre a quelle già conosciute (elettrico e celle a combustione) per donare all’automotive del futuro più soluzioni possibili.

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Si tratta quindi di un marchio che guarda in maniera veramente ambiziosa ai prossimi anni dopo aver lanciato una gamma di escavatori elettrici a batteria. Questa idea di sviluppo è stata accolta in pieno anche da Tim Burnhope, capo per l’innovazione di Jcp.

Il prototipo di questo motore ha un nuovissimo sistema di induzione fatto con compressione ridotta, nuovi pistoni, alimentazione common rail ad alta pressione e iniezione in porto.

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Per quanto riguarda le emissioni dello scarico del propulsore a idrogeno, per ora soltanto in fase di sperimentazione, contiene meno monossido di azoto di un diesel.

Dopo l’ultima verifica fatta, pensate, lo riduce addirittura del 98%. Le emissioni dunque un principio davvero cruciale per questa multinazionale. Lo stesso Burnhope, ai microfoni di Autocar, ha manifestato la chiara intenzione di ridurne l’impatto fino allo 0%.

L’obiettivo è chiaro: portare più persone possibili verso questa strada. Per il bene dell’azienda, del settore auto, per dare più alternative possibili a tutti e, cosa più importante, per fare un enorme favore al clima.

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