Crisi energetica, quella attuale non è la peggiore | I dati sono devastanti

Viviamo in tempi bui, ce lo ricordiamo a forza ogni volta che andiamo a fare benzina o a mettere GPL alla macchina. Ma potrebbe andare sempre peggio: anni fa, ci fu la peggiore crisi del carburante che si sia mai vista.

Se pensate che la crisi energetica attuale con i rincari sulla benzina sia brutta, consolatevi: i nostri genitori hanno vissuto molto di peggio. Correvano gli anni settanta quando il mondo intero – soprattutto gli Stati Uniti come al solito – venne investito da una crisi di approvvigionamento del petrolio come non se n’erano mai viste prima…

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(Canva)

Brutti momenti

Quella che stiamo vivendo in questo periodo è sicuramente una delle peggiori crisi economiche mai viste sotto il profilo del prezzo del petrolio. Al distributore, da quando è scoppiata la Guerra in Ucraina e Putin ha deciso di iniziare a giocare strani scherzi con gas e petrolio, troviamo prezzi da incubo che hanno raggiunto pure i due Euro al litro in certi casi. Il messaggio è chiaro, la guerra non fa bene agli affari.

Possiamo consolarci in qualche modo? Si, pensando che le cose potevano andare anche peggio! Se aveste preso la patente nel 1973 infatti avreste attraversato ben due delle peggiori crisi petrolifere mai viste nella storia con scenari apocalittici quali file al distributore interminabili, case che dichiarano bancarotta e prezzi del petrolio raddoppiati in pochi giorni!

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Una foto dell’epoca mostra una fila di auto al distributore (Wiki Commons)

Affari mediorientali 

La prima crisi davvero grave ebbe luogo nel 1973 quando i paesi arabi, maggiori esportatori di petrolio all’epoca verso l’occidente, avendo preso una sonora batosta nella Guerra dello Yom Kippur contro Israele decisero di vendicarsi applicando un embargo sul petrolio verso tutti i paesi che avevano sostenuto con armi o in modo diplomatico lo stato ebraico. A questa decisione seguì un aumento del 300% del prezzo di un barile di petrolio.

In questo periodo, molte case automobilistiche corsero ai ripari producendo auto capaci di fare molti più chilometri con meno benzina: tra queste, ricordiamo la Fiat che colse la palla al balzo per importare negli USA colpiti duramente dall’embargo la Strada – da noi chiamata Ritmo – molto più “morigerata” delle grosse utilitarie americane. Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Uno shock mondiale 

Noto come “Second Oil Shock” il secondo rincaro del 1979 fu il peggiore di sempre. A scatenare il caos fu ancora una volta un evento militare, la rivoluzione in Iran che all’epoca era uno dei paesi più importanti nel mercato del greggio: i prezzi del barile del petrolio subirono ancora un incremento, raddoppiando nel giro di 12 mesi mentre per tutta risposta, il costodella benzina schizzò alle stelle rimanendo così alti fino ai primi anni ottanta.

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La seconda generazione della Mustang soffrì l’incremento dei prezzi (Canva)

Stavolta, a pagare il prezzo più alto più che i consumatori furono le case automobilistiche tra cui Ford che stava lanciando la sua Mustang II: le politiche di risparmio sul carburante resero le versioni sportive di quest’auto – comunque un successo commerciale – davvero scialbe, con prestazioni indegne di tale modello. Tanti altri marchi, inclusa la GM e Chrysler che rischiò il fallimento, subirono la botta.

In Europa, marchi storici come Simca e Triumph dichiararono bancarotta, prese in contropiede dalla crisi di approvvigionamento della benzina. A beneficare di questa situazione, le auto giapponesi, molto più economiche sotto il punto di vista dei consumi. Inutile dire che anche il 1979 fu segnato da file interminabili ai distributori e drammi tra i lavoratori rimasti senza soldi per il carburante. Beh? Non vi sentite più fortunati a vivere in un periodo in cui ci sono le auto elettriche?

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