Ha contribuito a tracciare il percorso del boom economico, che ha trascinato l’Italia. Ma anche lui aveva bisogno di un angelo custode…
L’avvocato Gianni Agnelli. Una delle persone più influenti della storia industriale d’Italia. Con la Fiat ha segnato il cambiamento d’epoca, sociale e finanziario del nostro Paese. Ma una volta sarebbe stato tolto dai guai da un amico. Ecco il racconto.
Ha contribuito a tracciare il percorso del boom economico, che ha trascinato l’Italia, uscita fiaccata dalla Seconda Guerra Mondiale. Ma l’avvocato Gianni Agnelli è stato anche un simbolo di stile ed eleganza.
Sempre impeccabile. Un modo di esprimersi pacato ed elegante. Anche nel commentare fatti più “da bar”. Il nome degli Agnelli e della Fiat è legato, infatti, indissolubilmente, a quello della Juventus. La squadra italiana più vincente. Sono noti i suoi paragoni tra calcio e arte. Su tutti, i soprannomi dati ad Alessandro Del Piero, “Pinturicchio”, negli anni più fulgidi. “Godot”, in un periodo di appannamento calcistico.
Insomma, l’avvocato Gianni Agnelli è sempre stato un icona di stile. Come dimenticare la tendenza lanciata negli anni degli orologi (ovviamente costosissimi) sopra il polsino della camicia? E anche per quanto concerne le autovetture, l’Avvocato, non era da meno.
Appartengono al mito le storie che riguardano le “spiaggine” che l’avvocato Agnelli commissionò. Per essere ancora più glamour. Parliamo, infatti, di piccole autovetture, pensate appositamente per percorrere piccolissimi tragitti. Dall’abitazione al bagnasciuga. Ovviamente, in pochi potevano permettersele.
L’avvocato Agnelli “salvato” da Montezemolo
Ma anche una persona così influente come l’avvocato Gianni Agnelli ha bisogno di un angelo custode capace di vegliare su di lui e tirarlo fuori dai guai. Nel caso dell’avvocato Agnelli, questo angelo custode avrebbe avuto le fattezze di Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari S.p.A. dal 1991 al 2014 e della Ferrari N.V. dal 2013 al 2014, nonché amministratore delegato fino a settembre 2006, fondatore e presidente della società Nuovo Trasporto Viaggiatori e, dall’ottobre 2012, vicepresidente di Unicredit. È stato presidente della Confindustria dal 25 maggio 2004 al 13 marzo del 2008, presidente della Fiat dal 2004 al 2010, presidente di Maserati dal 1997 al 2005. È stato anche presidente di Alitalia, da novembre 2014 a marzo 2017.
Ma, nel curriculum, Montezemolo può anche inserire di aver “salvato” l’avvocato Gianni Agnelli. Proprio in questi giorni, il Corriere della Sera ha infatti intervistato Umberto Pizzi, il decano dei paparazzi. Ha 85 anni e ne ha passati 60 ad immortalare VIP di vario genere. Molto succosa l’intervista, che ripercorre episodi inediti che riguardano tanti potenti. Da Aristotele Onassis a Gina Lollobrigida, passando per Mick Jagger.
E poi lui, l’avvocato che, nonostante una veneranda età, amava frequentare donne più giovani: “Lo intercettai che usciva dal Jackie ‘O con una modella americana diciottenne, Ramona Ridge. Cinque preziosissimi scatti”. Pizzi è convinto dello scoop. Ma, come detto, anche l’avvocato Agnelli dev’essere salvato, a volte. E, in questo caso, il “silenzio” viene pagato da Luca Cordero di Montezemolo: “All’alba mi chiamò Luca Cordero di Montezemolo. Volevano comprare il rullino. Rifiutai. “Fatemi chiamare dal direttore di un giornale”. La sera stessa mi inviarono la fattura per conto dell’Eco dell’Industria, rivista della Fiat”.