La domanda più odiata che ti fanno quando ti ferma la polizia o i carabinieri | Ma è lecita e cosa si può rispondere?

E’ sempre giusto collaborare con le forze dell’ordine, non solo per senso civico. Ecco quali sono diritti e doveri di cittadini e automobilisti

I controlli su strada sono, come è noto, una prerogativa delle forze dell’ordine. A chiunque, almeno una volta nella vita, sarà capitato di essere fermato a un posto di blocco da polizia, carabinieri, guardia di finanza. Oggi proveremo a chiarire quali sono i diritti di ciascun cittadino, ma anche i doveri.

Posto di blocco
Posto di blocco (web source)

E’ infatti sempre giusto collaborare con le forze dell’ordine. Non solo per puro spirito di cittadinanza attiva e consapevole. Ma anche perché lo dice la legge. L’articolo 351 del Codice di Procedura Penale, infatti, sostiene chiaramente che le forze dell’ordine possano chiedere informazioni ai passanti per ricostruire un fatto. In quel caso, ovviamente, si assumono le forme del testimone. Rispondere affermando la verità non è solo una questione di senso civico, ma va fatto anche per non incorrere nel reato di favoreggiamento personale.

Sia nelle ore diurne, che in quelle notturne, sia nei feriali, che nei festivi, i controlli su strada delle forze dell’ordine sono un presidio prezioso di sicurezza. Si parte dal controllo di routine, quello di “patente e libretto”, ma vi possono essere ispezioni molto più accurate, del mezzo per esempio.

Bisogna sempre rispondere, affermando il vero, alla richiesta di identificazione da parte delle forze dell’ordine. Se ci si rifiuta si commette un reato e si può anche essere portati negli uffici della questura o della stazione di carabinieri e guardia di finanza ed essere trattenuti anche per 24 ore.

La polizia può chiedere dove sto andando?

E’ una domanda che, soprattutto negli ultimi due anni, è stata forse fatta più spesso nell’ambito dei controlli su strada, ma anche in quelli pedonali che, in tempi normali, sono molto più rari. Le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, infatti, hanno reso, soprattutto nella prima fase, molto più stringenti i motivi per cui ci si poteva spostare e uscire da casa. Quindi può essere capitato a molti di noi che, fermati dalle forze dell’ordine, ci venisse chiesto per quale motivo fossimo in giro e dove stessimo andando.

Dove sta andando?
Dove sta andando? (web source)

In tempi normali, come quelli che, speriamo, possano tornare ben presto, se le forze dell’ordine ti fermano per raccogliere informazioni non possono invece chiederti dove stai andando. Questo è l’unico caso in cui si può non rispondere, senza incorrere in sanzioni legali. E questo vale sia se il controllo sia pedonale, sia se si venga fermati alla guida, nell’ambito di un posto di blocco stradale.

E questo vale sia in caso di domanda “semplice”, sia qualora si sia sottoposti a indagini. In tal caso, infatti, è diritto di ogni cittadino poter nominare un legale di fiducia e poi scegliere se rispondere o meno, sulla base dei consigli forniti dal proprio avvocato.

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