Guidare quando c’è troppo sole può essere pericolo | Si rischia anche di andare in galera

Molti sostengono che non sia imputabile chi commette un incidente se questo è stato causato dal sole. Ma è davvero così?

Ormai quasi quotidianamente proviamo a fare chiarezza su quanto sostenuto dal Codice della Strada, dandovi consigli non solo per evitare spiacevoli multe, ma anche per non essere un pericolo per voi stessi e per gli altri. Lo faremo anche oggi. Leggeteci con attenzione perché la questione è molto spinosa.

Attenzione a guidare così
Attenzione a guidare così (web source)

Prima di procedere con tutto ciò che prescrive la legge, ci sentiamo, ancora una volta, di raccomandarvi la massima prudenza alla guida. Prima ancora della legge vi sono il buon senso e l’amor proprio. Sia che si transiti in luoghi affollati, sia che ci si trovi in autostrada, è sempre bene essere molto attenti. Anche perché l’imprevisto è sempre dietro l’angolo.

E l’imprevisto può essere un pedone che attraversa all’improvviso, un altro automobilista che effettua una manovra azzardata. Ma anche agenti atmosferici, che possono ridurre la nostra visibilità. Dalla pioggia battente alla nebbia. Ma non solo.

Sarà sicuramente capitato a tutti noi almeno una volta nella vita di perdere momentaneamente il contatto visivo con la strada a causa del sole negli occhi. Oggi ci concentreremo su questo fenomeno atmosferico e proveremo a chiarire se può rappresentare una scriminante in caso di incidente.

E’ reato se si ha un incidente grave a causa del sole negli occhi?

Molti, infatti, appellandosi alla logica, sostengono che non sia imputabile chi commette un incidente se questo è stato causato dal sole. In fondo, si dice, non è colpa nostra se il sole ci ha abbagliato. Ma è davvero così? Sul punto si è recentemente pronunciata anche la Corte di Cassazione, che ha stabilito che, in caso di scarsa visibilità, dovuta anche alla luce solare, è compito, anzi, obbligo dell’automobilista rallentare decisamente.

Guidare col sole
Guidare col sole (web source)

E, del resto, non poteva che essere così, dato che parla abbastanza chiaro anche il Codice della Strada. Al suo articolo 141, infatti, stabilisce che, in caso di eventi che riducono la visibilità, l’automobilista deve sempre moderare la velocità. Quindi in caso di eventi atmosferici avversi, ma anche in caso di sole in faccia.

In caso di incidente, infatti, il conducente può dimostrare la propria estraneità al fatto (aver, per esempio, investito una persona) se prova l’evenienza di un evento fortuito che ha causato la drammatica conseguenza. Legge alla mano, però, l’abbagliamento da raggi solari del conducente non integra il caso fortuito e, pertanto, non esclude la responsabilità penale per i danni che ne siano derivati alle persone.

Quindi, secondo la Cassazione, può normalmente rispondere di omicidio colposo il conducente che investe e uccide un pedone. E a nulla varrà la giustificazione di aver avuto la luce solare frontale. Proprio per quella circostanza, il conducente avrebbe dovuto rallentare o, addirittura, fermarsi. E se non lo ha fatto, allora è colpevole.

Quali sono le sanzioni? Sono molto serie, perché non solo si potrà incorrere nell’obbligo di risarcire il danno, ma, in caso di decesso, si potrà anche rispondere sotto il profilo penale, con i reati di omicidio colposo oppure omicidio stradale.

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