Ford Maya: dove essere l’anti-Ferrari americana, lo zampino italiano è palese – Foto

Un po’ italiana, un po’ ispirata a Ritorno al Futuro. Questa supercar Ford non ha mai viso la luce, ciononostante, secondo noi avrebbe potuto causare parecchi grattacapi alla concorrenza del tempo.

Nella lunga storia dell’auto ci sono tantissimi prototipi che hanno influenzato le tendenze della loro epoca senza però non entrare mai introduzione. Ma cosa succede quando un’auto rimasta allo stadio di prototipo dimostra di essere stata influenzata così tanto da un veicolo iconico come la De Lorean DMC-12? La Ford Maya, concept car del 1984, ha più di un dettaglio in comune con la sfortunata supercar di John De Lorean.

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Una Ford Maya (Carstyling)

La Maya non ha in comune solo una triste storia per quanto riguarda la produzione in serie con la De Lorean: la linea stessa dell’automobile, realizzata dall’italiana Italdesign, sembra ispirarsi parecchio all’aspetto estetico della supercar, uscita di produzione giusto due anni prima della presentazione questo prototipo. C’è anche da dire che la linea a cuneo, all’epoca, andava per la maggiore.

D’altra parte Giugiaro, impegnato nel suo lavoro  presso la ItalDesign stessa, aveva anche altri modelli simil a cui ispirarsi per produrre la coupè a due posti commissionata dal marchio americano, pensate alla concept Mangusta di qualche anno prima, per dirne una. Alla fine, quella che doveva essere una sportiva da produrre in serie, non entrò mai sul mercato.

Le ragioni dietro lo stop 

Ma cosa spinse Ford a rinunciare a produrre un’auto che nelle intenzioni dei progettisti doveva contare una produzione annua di ben 12.000 esemplari? Ci sono due teorie egualmente valide per spiegare questo improvviso dietro front con il progetto Maya: Secondo alcuni, Ford si rese conto che la Maya, con il suo aspetto più moderno, avrebbe potuto togliere acquirenti alla Mustang, trasformando “un’alleata” in una rivale molto pericolosa.

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La Maya, l’ennesima auto “fallita” della Ford (ItalDesign)

Un’altra teoria si basa sul fatto che la ItalDesign avesse curato anche la realizzazione di una innovativa supercar britannica dell’epoca, la Lotus Etna. Il marchio inglese era pronto a produrla in serie – anche in questo caso sfortunatamente per i fans della Lotus non se ne fece niente- e quindi Ford staccò la spina al progetto, temendo di presentare un’auto troppo simile alla concorrenza.

Di certa c’è solo una cosa: con la sua linea piacevole simile anche quella di una piccola Ferrari se vogliamo ed il suo motore V6 da 140 cavalli, la Maya avrebbe potuto tranquillamente imporsi sul mercato a scapito di qualche rivale del marchio americano. Ma con i se e con i ma, lo sappiamo, non si fa la storia.

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