Ferrari: avete mai visto quella “americana”? La Rossa dal nome “eccentrico” che ha conquistato gli Usa

Famoso in Italia e nel mondo per la serie di auto “Thomassima”: quanto romanticismo nella storia di Thomas Meade, l’uomo che ha “americanizzato” la Ferrari.

Manca ormai da quasi 9 anni. Thomas Meade è stato un designer e rivenditore di automobili americano, che ha vissuto a Modena, in Italia, dall’inizio degli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’70, dove ha incontrato e collaborato con molte carrozzerie, produttori e meccanici modenesi. Proprio i suoi anni italiani ne hanno creato l’influenza e l’amore per le Ferrari.

Thomassima III (web source)
Thomassima III (web source)

Meade, infatti, è noto per la sua serie Thomassima: auto personalizzate basate su motori e telai della casa automobilistica di Maranello. Nei suoi anni italiani ha anche fatto la comparsa nel film di Dino De Laurentiis del 1961, “Il migliore dei nemici”.

Una vita vissuta con l’amore per le auto e le automotive. Nella sua esperienza italiana ne cercò molte e ne accumulò altre.  Meade lasciò l’Italia negli anni ’70, immagazzinando le auto e le parti che aveva accumulato per la sua attività in un magazzino vicino al Lago di Como.

E’ quindi famoso in Italia e nel mondo per la serie di auto “Thomassima”, una contrazione del suo nome e massima, la forma femminile italiana dell’inglese “maximum”, nel senso che queste erano le sue ultime opere. Auto basate su motori e telai del Cavallino Rampante.

La serie Thomassima

La prima vettura interamente prodotta da Meade era basata su una Ferrari 250 GT e terminò nel 1964. Meade rese l’auto più aggressiva con un muso più lungo e più basso. Questa vettura fu distrutta dall’alluvione del 1966 dell’Arno a Firenze dove stava partecipando ad una mostra. Era la “Thomassima Zero”.

Thomassima II (web source)
Thomassima II (web source)

La Thomassima I è stata realizzata su richiesta di uno sconosciuto barone svizzero che cercava una sostituta per la sua Corvette per rimanere competitivo contro gli Shelby Cobra.  Meade è partito da un telaio Ferrari 250 GT dotato di un potente motore Chevrolet V8 nella parte anteriore e coperto da una carrozzeria pesantemente modificata che includeva ali di gabbiano che avrebbero potuto essere rimosse e messe nel bagagliaio dell’auto. Incredibile e rivoluzionario per l’epoca.

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La Ferrari 330 P3/P4. La Thomassima II di Meade era la sua idea di come avrebbe dovuto apparire questa Ferrari. Richiesta alla fine del 1966 da Harry Windsor di Los Gatos, California. Windsor voleva un’auto a motore centrale che assomigliasse alla Ferrari 330 P3 o P4. Meade montò un motore Ferrari 250 GT Colombo V12 accoppiato ad un cambio ZF a 4 marce. Il risultato finale era pronto nel 1967, ed era un’auto un po’ più lunga e muscolosa di una P4, con un peso inferiore a 910 kg e 240 cavalli (180 kW)

Thomassina II
Thomassina II (web source)

La Thomassima III non fu costruita prima del 1968 e il suo completamento richiese oltre un anno di lavoro. L’auto del donatore era una Ferrari 250 GT Pininfarina Coupé del 1958, alimentata da un motore V12 da 3 litri. L’auto era una coupé a motore anteriore estremamente bassa, muscolosa con ali di gabbiano. Gli interni erano assai ricchi, con un volante in acciaio fuso. La Thomassima III è stata l’auto che ha portato più fama a Meade, e spesso l’ha usata per promuoversi. Lo considerava il suo capolavoro e decise di non venderla a nessuno.

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