La Ferrari è un mito, anzi un “Mythos” sul quale sono nate delle leggende: scopriamole

Su questa vettura c’è anche un dubbio. Per qualcuno è un unico esemplare. Ma ci sarebbe un sultano che…

Chi la ricorda? Ne è passato di tempo da quel 1989. La presentazione ufficiale avvenne al Salone dell’Auto di Tokyo. E fu molto apprezzata. Scopriamo insieme questa storica e, appunto, “mitica” concept car.

Ferrari Mythos (Wikipedia)
Ferrari Mythos (Wikipedia)

La Ferrari Testarossa Pininfarina Mythos

La dicitura ufficiale è Ferrari Testarossa Pininfarina Mythos. Ma, per tutti, è la Ferrari Mythos. Una concept car realizzata in collaborazione con Pininfarina. Prodotta in soli tre esemplari in quel 1989. Parliamo di un altro mondo. Con il Muro di Berlino che doveva ancora essere abbattuto. Ma la Ferrari sfrecciava già nel futuro. Perché per il Cavallino Rampante il “Mito” non è sinonimo di passato.

Ferrari Mythos (YouTube)
Ferrari Mythos (YouTube)

Abbiamo parlato di tre esemplari. Ma, in realtà, anche su questa questione va usato il condizionale. La Ferrari Mythos, esposta in vari saloni, non era progettata per essere venduta al pubblico, ma come esercizio di stile. Pininfarina dichiarò la costruzione di un unico esemplare, conservato nello stabilimento di Cambiano. Tuttavia, notizie che si mischiano con la leggenda e il “mito” (appunto!) dicono che il Sultano del Brunei, Hassanal Bolkiah, possegga due esemplari di quest’auto completamente operativi.

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Le caratteristiche

La Ferrari Mythos venne realizzata sull’autotelaio della Testarossa, adottandone integralmente il pianale, la meccanica e il propulsore centrale a 12 cilindri a V di 180° di 4942 cm³ da 390 CV. Le prestazioni, quindi, sono del tutto simili a quelle del modello di derivazione.

Ferrari Mythos (Wikipedia) 2
Il retro della Ferrari Mythos (Wikipedia)

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Dal punto di vista stilistico, Ferrari e Pininfarina volevano creare una versione moderna della Ferrari da competizione. Un’evoluzione di quanto si faceva negli anni ’60, quando i ricconi impazzivano per quel tipo di design. Ma, ovviamente, si doveva mantenere lo spirito di auto da corsa. Questo era abbastanza evidente nell’assenza del padiglione e nel minimalismo degli interni, caratterizzati dai sedili avvolgenti con cinture di sicurezza a bretella incorporate. La Ferrari Mythos aveva una strumentazione semplificata e rivestimenti essenziali.

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