Nome e logo troppo simile, Lamborghini fa causa a un piccolo locale di provincia

Il proprietario del “Lamburghino”, piccolo locale di Segrate nella periferia di Milano, si è visto recapitare diffide e ricchissime richieste di danni dal celebre marchio automobilistico Lamborghini. 

Logo Lamborghini
Logo Lamborghini (Getty Images)

Ha dell’incredibile la storia, riportato da Ilfattoquotidiano.it, di Christian Rella, giovane proprietario di un locale a Segrate nella periferia di Milano, che si è visto recapitare diffide e ricchissime richieste di risarcimento da parte di Lamborghini. Il motivo? Il nome “Lamburghino” del pub e il logo del locale troppo simile a quello della casa automobilistica. L’azienda di vetture di lusso ha portato in tribunale il titolare accusandolo di concorrenza sleale e sfruttamento non autorizzato di un marchio industriale registrato.

Una reazione incredibile di Lamborghini considerando le differenze enormi tra un colosso come l’azienda di automobili e un piccolo locale che serve hamburger nell’hinterland milanese. 200mila euro la richiesta di risarcimento richiesta dalla società di Sant’Agata Bolognese che ha costretto così a chiudere il Lamburghino che ha dovuto licenziare i suoi sette dipendenti e trasformarsi in delivery per restare in vita. “Capirei questo atteggiamento se avessi aperto una catena in Piazza Duomo, ma siamo alla periferia di Segrete e viviamo di una piccola, affezionata, clientela. Ogni volta mi contestano qualcosa di diverso: tolti i tori era il font dell’insegna, ora siamo alla fonetica del nome. Lo cambierei anche domani, ma a questo punto servirebbe a qualcosa?”. Ha dichiarato Christian Rella, titolare del locale.

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Causa un locale di Segrate, Lamborghini fa un passo indietro

Lamburghino logo
Lamburghino logo (instagram)

Il Fatto Quotidiano ha contatto Lamborghini che ha deciso di fare un passo indietro: “Lamborghini è disponibile a una risoluzione bonaria della vicenda che dovrà necessariamente includere, tra gli altri, l’immediata cessazione dell’utilizzo indebito del marchio. L’azienda ha il dovere di tutelare i propri segni distintivi anche al fine di evitare confusione sul mercato sulla provenienza di beni e servizi”. 

Una notizia che Christian ha appreso con grande gioia e con un sospiro di sollievo dicendosi pronto a soddisfare tutte le richieste dell’azienda automobilistica: “Se lo fanno davvero, se azzerano le richieste di danno, quell’insegna la cambio al volo. Basta che l’incubo finisca una volta per tutte e si possa continuare a lavorare”. 

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