Oggi vi parleremo di un marchio che nacque dall’accordo tra Ferrari e FIAT, che vale la pena ricordare nei suoi particolari. Ecco la storia.
L’Italia è sempre stata ricca di eccellenze in campo automotive, potendo contare su un gran numero di costruttori. Ferrari e FIAT rappresentano i punti di forza principali, visto che il Cavallino è la punta di diamante tra le case di lusso, quelle che producono modelli esclusivi. Dal canto suo, la casa di Torino è il riferimento delle auto del popolo, quelle che possono essere acquistate da tutti i clienti, con tanti modelli iconici prodotti nel corso della sua storia.
La Ferrari, alla fine degli anni Sessanta, fu acquistata dalla FIAT, a seguito dell’accordo che venne stipulato tra Gianni Agnelli ed Enzo Ferrari, il quale venne convinto dall’Avvocato dopo il fallito accordo con la Ford. Nelle prossime righe, vi racconteremo la storia del marchio che nacque dalla collaborazione tra Maranello e Torino, un brand che molti ricordano con affetto, ma di cui tanti altri, soprattutto i più giovani, potrebbero non aver mai sentito parlare. Andiamo alla scoperta del marchio Dino, nato nel lontano 1965 e sopravvissuto per circa 15 anni.
Dino, il marchio nato dalla collaborazione tra Ferrari e FIAT
A seguito della morte di Dino Ferrari, figlio del Drake scomparso nel 1956 per distrofia di Duchenne, Enzo decise di aggiungere la denominazione Dino ad alcuni modelli di auto da corsa dotati del motore progettato dal figlio. Dopo il fallimento delle trattative con la Ford per la vendita dell’azienda, come detto, si unì alla FIAT, con la quale venne poi dato vita al marchio Dino, i cui primi modelli furono prodotto senza i loghi delle case produttrici. Essi vennero rimpiazzati dal nome Dino, tondo per la FIAT e rettangolare per la Ferrari.

La FIAT comprendeva i suoi modelli Dino nel listino ufficiale. mentre la Ferrari ne creò uno a parte. L’obiettivo era quello di creare, in chiave futura, una nuova casa automobilistica. Tra il 1966 ed il 1973, la FIAT realizzò la Dino Coupé, spunta dal motore anteriore e con trazione posteriore. Il motore era un Dino V6 installato anche sulle auto di serie, in modo da raggiungere i numeri sufficienti per omologarlo per le gare di Formula 2, in base a quelli che erano i regolamenti dell’epoca. Il marchio Dino cadde in disuso nel 1980, quando anche la Ferrari smise di usarlo.