Matteo Salvini senza freni, la richiesta all’Europa: non vuole che venga fatto

All’attuale governo italiano la proposta europea per le auto del futuro non piace per niente e il Ministro Matteo Salvini lo ha fatto capire con una lettera che esprime il dissenso per una misura specifica, ecco quale.

Venti di bufera attendono al varco Bruxelles e la votazione riguardante l’addio ai motori tradizionali entro il 2035, rinviata a data da destinarsi dopo che diverse nazioni tra cui la nostra hanno espresso “forti perplessità” riguardo i termini ed i modi in cui dovremmo abbandonare benzina e diesel.

Salvini Ansa 22_03_2023 Quattromania
Nella lettera, tutto il disappunto del governo (Quattromania.it)

Le automobili elettriche fanno discutere non tanto perchè non le vogliamo ma perchè non ci sono abbastanza garanzie riguardo il loro arrivo in favore di quelle tradizionali. In una lunga lettera a chi di dovere, il Governo ha espresso tramite il suo ministro deputato al ruolo tutto il suo malcontento.

Stop alla decisione 

Se in Europa non si trova un accordo, l’addio ai motori tradizionali tanto sbandierato che sarebbe dovuto arrivare nelle intenzioni del parlamento di Bruxelles entro il 2035 potrebbe finire rinviato a data da destinarsi o addirittura essere bocciato. Per chi non avesse seguito i recenti sviluppi del progetto a lungo termine con cui il vecchio continente mira a bandire i motori tradizionali, ecco un rapido riassunto.

Governo Ansa 22/03/2023 Quattromania
Anche il governo italiano si è espresso in modo critico (Quattromania.it)

Teoricamente parlando alla votazione sul provvedimento tutti avrebbero dovuto mostrarsi concordi e compatti ma alcuni paesi che nello specifico sono Germania, Repubblica Ceca, la nostra Italia, Polonia ed Ungheria hanno espresso rimostranze importanti nei confronti della decisione europea che non terrebbe conto dei numerosi problemi economici e logistici legati alla decisione.

Italia in prima fila

Tra i governi che si sono opposti insomma c’è anche quello italiano che ha dato voce alle sue preoccupazioni per un settore che dà lavoro a milioni di persone e che rischia una trasformazione in negativo più che in positivo. Tra i denigratori della politica di Bruxelles anche una nostra vecchia conoscenza, Matteo Salvini che in quanto Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture è il principale punto di riferimento della maggioranza in questo campo.

Salvini ha scritto una lettera indirizzata ad uno dei sostenitori della politica europea di addio ai motori inquinanti spiegando quali sono le sue perplessità e, in particolare, evidenziando un punto che a sua detta sarebbe da rivedere prima di arrivare di nuovo sui banchi del parlamento europeo per la prossima votazione per cui al momento non è prevista una data precisa.

Lettera all’Europa

La missiva indirizzata al Vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmerman di origini olandesi vede la firma di altri due esponenti del Governo quali il Ministro delle Imprese Adolfo Urso e quello per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Nella lettera in poche parole i tre membri del Governo Meloni chiedono alla commissione una deroga per l’addio ad un tipo di carburante

Motori Ansa 22_03_2023 Quattromania
A quanto pare non è più sicuro che dal 2035 non vedremo più automobili a motore (Quattromania.it)

Sottolineando di essere in prima fila contro il cambiamento climatico e pro ad una transizione ecologica, i ministri richiedono che sia presa in considerazione la questione dei biocarburanti che non producono inquinamento ambientale: “L’Italia rinnova il suo impegno nella decarbonizzazione delle automobili ma chiede che sia considerata la questione dei biocarburanti. Dobbiamo rispettare il principio di neutralità tecnologica”, si legge nel testo.

Quella dei biocarburanti è una questione aperta anche dalla Germania che per una volta si allinea con l’Italia su una questione delicata come questa. Evidentemente la discussione è ancora aperta e da Bruxelles fanno sapere che per arrivare ad una decisione entro il 2035 bisogna essere tutti concordi: chissà se basterà una seduta del parlamento europeo a risolvere il tutto.

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