Multe al semaforo rosso, interviene la Cassazione: “Non sono valide…” | La spiegazione è semplice e onesta

È certamente noto a tutti il divieto di attraversare una strada o un incrocio quando il semaforo è rosso. Nonostante questo, ci sono delle eccezioni in cui la multa in questa circostanza non è ritenuta valida.

Una delle norme più importanti del Codice della Strada prevede l’impossibilità di attraversare la strada con il semaforo rosso sia che ci si trovi al volante sia che si stia semplicemente camminando.

semaforo rosso
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La sanzione prevista in questi casi è stabilita dall’articolo 42 comma 11 del Codice della Strada e va da un minimo di 167 a un massimo di 665 euro, oltre alla decurtazione di ben sei punti dalla patente. In caso di recidiva nel biennio successivo alla prima infrazione scatta inoltre la sospensione della patente da uno a tre mesi. L’importo aumenta di 1/3 se l’irregolarità viene commessa dalle 22 alle 7 del mattino, ma può ridursi del 30% se si dovesse provvedere a pagare entro cinque giorni.

Passaggio con il semaforo rosso: non sempre scatta la multa

Pensare di farla franca in caso di passaggio con il semaforo rosso sembra essere quasi impossibile. Gli irregolari, infatti, vengono solitamente stanati non solo attraverso le forze dell’ordine che effettuano i controlli sul territorio, ma anche attraverso i dispositivi che vengono installati sul posto, che rivelano anche chi non dovesse fermarsi prima della linea di arresto.

Nonostante questo, ci sono delle situazioni in cui è possibile difendere la propria posizione nonostante la multa sia già stata comminata. È bene quindi che ogni automobilista sappia quali siano i casi in cui la sanzione non è ritenuta valida, in modo tale da poter fare ricorso.

È il caso, ad esempio, di “T-Red” (così vengono chiamati gli strumenti che rilevano chi non rispetta il semaforo) installati senza che vi sia la reale necessità. Uno degli scopi dei semafori è infatti quello di permettere di circolare in sicurezza, ma se l’incrocio non è ritenuto sufficientemente pericoloso non diventa necessario posizionare l’apparecchio. Anzi, qualora questo dovesse accadere comunque si parla di “eccesso di potere” da parte del Comune. È un po’ come se l’amministrazione volesse provare a fare cassa sulla pelle dei cittadini.

La multa stradale può quindi essere considerata nulla solo se la presenza del T-Red è ritenuta necessaria per tutelare la sicurezza di pedoni e automobilisti.

Attenzione alle luci del semaforo

Un altro aspetto a cui bisogna prestare attenzione per capire se la multa subita sia da ritenersi valida è il regolare funzionamento del semaforo. Il T-Red, come tutte le tecnologie, non  è però del tutto esente da errori. Ed è proprio in questi casi che si può fare ricorso in caso di sanzione.

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Ogni dubbio a riguardo è stato chiarito dalla sentenza della Cassazione n. 6988 depositata il 3 marzo 2022, destinata quindi a fare giurisprudenza. Il verbale sarebbe nullo “in quanto il dispositivo non era stato validamente utilizzato in modalità automatica, mancando la lanterna ripetitiva dopo l’intersezione”.

La rivelazione è quindi da ritenersi valida solo se gli apparecchi forniscono “documentazione fotografica in cui sia visibile, oltre alla panoramica dell’intersezione controllata, la lanterna semaforica che regola l’attraversamento oppure la lanterna ripetitiva posta dopo l’intersezione” – scrivono i giudici della Suprema Corte.

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