Calcolare i danni di un torto subito non è mai semplice. Anche quando si parla di incidenti stradali. Ecco cosa dice la legge
La giurisprudenza di legittimità, nel definire la nozione normativa di incidente stradale, fa riferimento in primo luogo, al significato letterale del termine, che lo identifica come qualsiasi avvenimento che interrompe il normale svolgimento della circolazione causando pericolo per la collettività. Ma come si calcolano i danni subiti? 
Non si tratta di questioni prettamente tecniche e giuridiche che interessano gli addetti ai lavori. Ma elementi specifici che riguardano tutti noi. La “carne viva” del tessuto sociale. Gli automobilisti, i cittadini. Oggi proveremo a fare un po’ di chiarezza su una tematica molto complessa, ma, allo stesso tempo, molto comune nella vita di tutti i giorni.
Calcolare i danni di un torto subito non è mai semplice. Sia che si tratti di una tematica lavorativa, quale il mobbing, per esempio. O di vicende riguardanti la vita personale e sentimentale di ciascuno di noi e in questo caso ci riferiamo, tra le altre vicende, allo stalking. La giurisprudenza, infatti, ormai è consolidata sul fatto che non si debba (o si possa) risarcire solo il danno materiale, ma anche quello morale.
Tale assunto riguarda anche ciò che maggiormente ci interessa e di cui parleremo oggi: gli incidenti stradali. Anche in questo caso, il danno può essere non solo fisico e materiale, ma anche morale o biologico. Ecco cosa dice la legge. Va da sé che, un incidente stradale, a seconda della gravita dello stesso, possa portare con sé danni di natura materiale. Dai mezzi coinvolti al danno alla persona, evidentemente. Che può aver subito fratture, traumi, talvolta mutilazioni.
Come calcolare i danni subiti in un incidente stradale
Il danno patrimoniale è calcolato sulla base della perdita economica che la vittima del sinistro subisce. Una perdita che può riguardare se, per esempio, il mezzo viene distrutto. Ma anche se si subiscono delle ferite e dei danni al corpo che pregiudicano poi lo svolgimento del lavoro. 
Ovviamente, ogni danno subito, da quello materiale a quello biologico, va dimostrato. Soprattutto per quest’ultimo, la Cassazione ha sancito che, in caso di incidente morale, questo il danno morale (che rientra nel risarcimento non patrimoniale) vada adeguatamente dimostrato. Quindi non spetta automaticamente.
Qui interviene la disciplina sul danno non patrimoniale, che si calcola sulla base delle sofferenze che la vittima patisce dopo aver avuto l’incidente. In termini di personalità, di sofferenza interiore, di invalidità psichica, con il peggioramento della qualità della vita. Ovviamente tutto ciò va dimostrato, tramite, per esempio, accertamenti di tipo medico. Quindi, non pensiate che, se siete stati coinvolti in un incidente, seppur grave, possiate accedere automaticamente a questo tipo di risarcimento.
Ovviamente, il danno biologico, quello che va a incidere sulla nostra psiche, sulla nostra emotività, è più “facilmente” dimostrabile se si subisce una persecuzione sul lavoro o una aggressione fisica e di tipo sessuale. Ma può esserci e può essere dimostrato anche in caso di incidenti stradali, che possono segnare e traumatizzare anche oltre l’impatto subito in sé.
Alcuni esempi possono essere depressione, ansia, problemi psicologici. I parametri per il calcolo sono individuati dalla Giurisprudenza e tengono conto, per esempio, del grado di invalidità (temporanea o permanente) conseguente all’illecito oppure l’età del danneggiato.
Per esempio, se si subiscono delle lesioni al volto e si è giovani, sarà molto più “facile” dimostrare il danno biologico subito per il prosieguo della proprioa vita. Secondo la Cassazione, comunque, il danno morale è autonomo dal biologico laddove non può essere verificato con un accertamento medico-legale.