Avete mai visto una Fiat del genere? Pensata da Pininfarina è stata paragonata a un dirigibile

La piccola Fiat 1100 è uno dei simboli dell’automobilismo italiano del primo dopoguerra ma anche una delle auto che hanno scatenato maggiormente la fantasia dei progettisti. Guardate questa qui.

E’ una delle automobili più longeve prodotte dalla Fiat, con una vita operativa cominciata prima della Seconda Guerra Mondiale e conclusa ben dopo il boom economico che ci ha portato tante famose ed economiche utilitarie marchiate Fiat: parliamo della Fiat 1100 signore e signori, una delle auto più di successo che abbiamo mai visto in Italia.

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Una 1100 standard (Catawiki)

Nata nel 1939 con il nome di “Musone”, la 1100 derivava direttamente dalla Fiat 508 Balilla che nonostante il nome con chiari riferimenti al fascismo rimane un’auto memorabile anche se non esattamente economica e diffusa per l’epoca. Comprensibilmente, con la guerra Fiat ebbe qualche problema a concentrarsi sulla produzione di automobili per l’uso civile.

E così, la 1100 andò incontro ad un interessante restyling nel 1953 diventando l’auto che tutti conosciamo ossia la piccola tre volumi dalle linee curve e dai tipici fari circolari. Un design di successo ma che ha subito molte variazioni negli anni, specie quando l’auto è stata parte di ambiziosi progetti come quello di Pininfarina, avviato nel 1960.

Un progettista d’eccezione

Si dice che fu Pininfarina stesso a condurre questo esperimento che negli anni sessanta portò in vita una delle auto più strane mai costruite in Italia, basata come dice il nome stesso sulla meccanica ben collaudata della piccola 1100. Il progetto si proponeva di lavorare sull’aerodinamica un po’ come con la Chrysler Airflow degli anni trenta che era stata il vero precursore in questo campo.

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Da qualche parte, lì sotto, c’è una 1100 (Classic Trader)

La prima cosa che salta all’occhio osservando la Fiat 1100 Model X Pininfarina è la disposizione delle ruote, situate agli estremi della vettura in una inedita formazione “a rombo” che avrebbe dovuto nelle intenzioni del progettista garantire una maggiore stabilità all’auto nonché un’aerodinamica migliorata. Il corpo dell’auto era palesemente ispirato agli aeromobili dell’epoca, guardate solo il frontale.

Alla fine, ciò che uscì fuori dagli esperimenti di Pininfarina fu una bizzarra auto capace però di vantare un coefficiente di resistenza all’aria di soli 0,23. Ovviamente, la vettura era solo un esperimento e non ebbe seguito ma con la sua linea peculiare paragonata dalla stampa dell’epoca ad un dirigibile, un aereo o addirittura un pesce – si veda la “pinna” posteriore – per noi si guadagna a mani basse il titolo di auto italiana più bizzarra della storia, siete d’accordo?

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