La supercar Australiana col nome italiano: si chiama Giocattolo ma non fatevi ingannare…

Non ha certo il nome che vi aspettereste da una supercar. Eppure questa creazione esclusiva di un pilota australiano è davvero interessante, peccato sia ben poco conosciuta ad oggi.

L’Australia non è esattamente una nazione nota per le supercar, con tutto il rispetto per gli amici che vivono dall’altra parte del mondo. Se escludiamo l’esperimento – fallito – della Leyland e la cultura dei pick up Ute, si può dire che il paese si affida prevalentemente alle importazioni per le proprie vetture.

DriveTribe-2
Sembra un po’ un’auto da rally…(DriveTribe)

Ma come al solito, esiste l’eccezione alla regola costituita in questo caso da un’automobile di ispirazione italiana, nata dalla mente del designer attivo in Formula Uno Barry Lock e Paul Halstead, un appassionato di motori. L’automobile – non ridete – si chiamava Giocattolo.

Costruita per la prima volta nel 1986, la Giocattolo Group B venne al mondo dopo che i due compagni di avventure videro alcuni schizzi dell’Alfa Romeo Alfasud e rimasero stregati dalla sua linea. Proprio per questo motivo, la vettura ricevette un nome italiano che forse può far sorridere noi del Bel Paese.

L’automobile però era tutto meno che un balocco e ce lo provano le sue prestazioni degne di una supercar, per il periodo in cui è uscita.

Ti potrebbe interessare anche -> Flop automobilistici | L’Australia non è immune 

Un bel motore V8 

La Group B montava un motore centrale V8 da 300 cavalli, capace di spingerla a velocità piuttosto interessanti. L’auto infatti poteva sfrecciare a 260 chilometri orari nonostante il peso superiore alla tonnellata e di scattare da 0 a 100 in appena 5 secondi.

Drive tribe-2
Giocattolo Group B (DriveTribe)

Ti potrebbe interessare anche -> Il nome è ridicolo ma è una supercar di razza…

L’auto venne dotata di serie di un kit degli attrezzi che conteneva pure una bottiglia di Rum! Meglio non berla alla guida, comunque, dato che la vettura era piuttosto scattante e difficile da controllare per un pilota poco esperto in materia di superauto.

Ma ora veniamo alle note dolenti, ossia la produzione: Alfa Romeo, molto sportivamente, si rifiutò di fornire le scocche necessarie per produrre l’auto, costringendo la Giocattolo ad arrangiarsi con le auto importate in Nuova Zelanda. Questo ridusse molto il potenziale della vettura.

Ti potrebbe interessare anche -> Le quattro dell’Ave Maria | supercar dimenticate

La Group B alla fine venne prodotta in soli 15 esemplari, di cui 13 ancora marcianti al giorno d’oggi. L’auto è molto rara e può raggiungere prezzi importanti sul mercato quindi tenete gli occhi aperti: se doveste trovarne una in vendita, potrebbe essere un’occasione unica…

Impostazioni privacy