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Non sempre “Green” è bello: tre auto eco friendly cadute nell’oblio | Un flop colossale

La “moda” delle automobili che rispettano l’ambiente grazie ai loro motori elettrici è piuttosto recente. Escludendo la Prius, poche vetture del genere hanno davvero sfondato agli inizi del 2000.

Secondo la maggior parte degli esperti del settore automobilistico, l’automobile elettrica o quantomeno ibrida è il futuro più prossimo del mondo delle quattro ruote. Con il riscaldamento climatico che avanza inesorabile ed il petrolio che prima o poi dovrà finire, quali altre alternative abbiamo?

Lexus CT200H (Wikipedia)

Qualcuno questa cosa l’aveva prevista già una ventina di anni fa come la Toyota che presentò la sua Prius addirittura alla fine degli anni 90. L’auto fu tanto derisa dalla critica ma in fin dei conti, la risposta del pubblico fu più che positiva, allungando la vita dell’auto fino alla terza generazione.

Non tutti sono stati così fortunati, nello schierare una vettura ibrida prima del tempo o meglio, prima che andasse di moda: Lexus ad esempio, marchio strettamente legato alla Toyota, presentò alla fine del 2010 un’automobile destinata nelle sue intenzioni a rivoluzionare il volto del brand. Ma le cose andarono un po’ diversamente.

La Lexus CT200H venne ampiamente elogiata al suo arrivo sul mercato, vincendo vari premi per la sua affidabilità e sicurezza alla guida. Ma l’auto non piacque particolarmente al pubblico, specialmente quello nord americano, in quanto montava lo stesso motore della Prius che la rendeva piuttosto pigra per un’auto con la linea da hot hatch.

La produzione si fermò nel 2018 dopo che l’anno prima erano state vendute poco più di 4.000 vetture. Nonostante le sue ottime caratteristiche, la CT viene ricordata perlopiù come un colossale buco nell’acqua. Ma c’è una casa giapponese che è stata pure più sfortunata.

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C’è pure un fiasco Made in Usa

Nel 2009 un’altra casa giapponese, la Mistubishi, aveva a sua volta intuito il potenziale delle automobili elettriche e si lanciò sul mercato con la i-MiEV, una piccolissima quattro porte molto simile ad una Smart. Alimentata da una batteria da 16 Kilowatt, la vettura venne commercializzata in tutto il mondo, Italia compresa.

Mitubishi i-MiEV (Motor Junkie)

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La vettura ricevette recensioni miste: qualcuno apprezzò la sua utilità in città, altri – stampa americana inclusa – la definivano “Dolorosamente lenta da ricaricare”Del resto con una batteria che garantiva appena 100 chilometri di autonomia, non è che la i-MiEV potesse fare miracoli.

In definitiva, l’auto venne surclassata da vetture dalla concezione più moderna come la Nissan Leaf che già dal 2010 strappò lo scettro del mercato delle elettriche alla Mistubishi. L’unico successo degno di nota? Il fatto che i Carabinieri comprarono una flotta di queste vetture per pattugliare le metropoli più trafficate.

Anche gli USA hanno fatto un tentativo di passare all’energia green con la Chevrolet Volt. Ma l’idea di Cadillac di proporre una versione lussuosa di questa automobile mai del tutto compresa dagli americani nel 2013 fu un fiasco colossale.

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La Cadillac ELR è con tutta probabilità l’auto più ignorata mai vista sul mercato degli USA: con un investimento di ben 596 milioni di Dollari complessivi nel progetto, la General Motors si aspettava quantomeno che la vettura si ripagasse da sola negli anni a venire: dopo tutto, era una bella coupé ibrida con un marchio storico sul muso.

Cadillac ebbe una sfortuna terribile: nel momento in cui la ELR entrava sul mercato, anche il brand Tesla iniziava la sua scalata al mondo delle elettriche, eclissando totalmente l’auto nonostante offerte e sovvenzioni da parte di GM. Dopo appena 2.958 esemplari venduti tra Canada ed USA, Cadillac ammise la sconfitta e si ritirò con la coda tra le gambe. Eppure era un’auto davvero carina…

Manfredi Falcetta

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