Alfa Romeo, il triste destino della berlina dimenticata | Il flop dell’Alfa 90

Alfa Romeo 90, un nome che è stato ingiustamente accantonato dopo l’arrivo della 164, ammiraglia del Biscione. E’ ora di ridare lustro a questa importante automobile.

Era il 1982 quando una delle Alfa Romeo più amate della storia, la rinomata Alfetta, si avviava ormai verso la meritata pensione. Sappiamo tutti quanto sia difficile nel mondo dell’automobilismo farsi carico della responsabilità di sostituire una vettura tanto amata.

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Alfa Romeo 90 (YouTube)

E’ un po’ questa la sintesi del triste destino toccato all’Alfa Romeo 90, un’auto con tante interessanti caratteristiche che è stata eclissata da un mostro sacro come l’Alfetta prima e da una sportiva di razza come la 164 dopo: eppure, questa vettura, arrivata sul mercato nel 1984, meriterebbe più rispetto e considerazione.

Anzitutto, la 90 venne progettata in appena 30 mesi ed il fatto che gli ingegneri siano riusciti comunque a tirare fuori un’auto più che adatta a competere con le ammiraglie BMW del periodo è già da solo lodevole. Se poi consideriamo che le versioni più potenti della 90 montavano uno dei motori più incredibili di quel periodo, beh…

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La migliore era senz’altro la V6

L’Alfa Romeo 90, diffusissima nella sua livrea grigio canna di fucile non colpì mai davvero il grande pubblico, durando appena tre anni. Eppure, sulla carta l’auto era perfino migliore dell’Alfetta che andava a sostituire, offrendo una minore resistenza all’aria e soprattutto montando motori molto migliori.

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Un’Alfa 90 (Wikipedia)

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Il fiore all’occhiello della gamma motoristica della 90 era costituito senz’altro dal V6 da 132 cavalli, montato pure sulla versione Quadrifoglio 2.0 che con un’accelerazione da 0 a 100 ottenuta in meno di 9 secondi era sicuramente la più intrigante da guidare.

Il problema dell’auto semmai potrebbe essere ricercato nella linea, un po’ scialba per competere con mostri sacri del periodo come la Saab 9000, la BMW Serie 3 e perfino la Fiat Croma, un problema che la gradevole 164 non ebbe mai. A dettare la fine del progetto poi, fu l’acquisizione del Biscione da parte del Gruppo Fiat a fine anni 80.

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Un modello di transizione insomma. Ma non per questo la 90 fu una pessima automobile, a prescindere dalla tiepida accoglienza del pubblico destinata al modello.

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