Alfa Romeo Proteo: la triste storia dell’unico esemplare imprigionato in un museo

Presentata nel 1991 al Salone di Ginevra. Suscitò grande interesse tra i critici e presso la stampa specializzata. Ma rimase un prototipo.

Oggi si trova presso il Museo Alfa Romeo di Arese. L’Alfa Romeo 164 Proteo è una concept car nel 1991 in un unico esemplare.

Alfa Romeo Proteo (Flickr)
Alfa Romeo Proteo (Flickr)

L’Alfa Romeo Proteo

L’Alfa Romeo Proteo è stata progettata da Walter de Silva, che all’epoca era a capo del “Centro Stile” dell’azienda. Il nome si rifà alla divinità greca e indica la possibilità di trasformare la forma della carrozzeria a proprio piacimento.

La concept car era basata sulla berlina 164 dell’Alfa, con un po’ di taglio al centro. Dal punto di vista dello stile, sembra prendere le forme cuneiformi della SZ e della sua sorella roadster e mantenere una sfumatura più accettabile per l’occhio umano. Il Proteo è più curvo, ha un’elegante linea di cintura ascendente e scoiattoli le triple luci quadrate della SZ davanti dietro un cofano allungato.

Alfa Romeo Proteo (Wikipedia) 2
Gli interni dell’Alfa Romeo Proteo (Wikipedia)

Presentata nel 1991 al Salone di Ginevra. Suscitò grande interesse tra i critici e presso la stampa specializzata. Ma restò quello che era: un prototipo.

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Le caratteristiche

La strutturazione della “Proteo” si basava sulla piattaforma denominata Tipo 4 – già utilizzata per il modello “164” – il cui passo venne accorciato di 20 cm. Questo per aumentarne la rigidità strutturale. Ponendola nelle condizioni di sopportare le ulteriori e maggiori sollecitazioni causate dall’indebolimento della scocca per l’assenza del padiglione e all’aumentata potenza del nuovo motore 3.0 V6 24v portato a 260 CV.

Alfa Romeo Proteo (YouTube)
Alfa Romeo Proteo (YouTube)

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A tale propulsore, appena uscito dalla fase sperimentale, venne affiancata la trasmissione “Viscomatic” che regola la trazione integrale. L’auto presentava anche quattro ruote sterzanti per una maggiore agilità. Il motore produceva 256 CV e portava l’auto a una velocità massima di 250 chilometri orari.  

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