In una industria dove vende solo la concezione dell’elettrico, c’è un nuovo modo di concepire la mobilità 2.0. Ecco chi crede nel motore ad acqua.
Gli anni ‘80 hanno prodotto film di fantascienza dove il 2030 era visto come lontano, un futuro distopico, dove l’avvento della macchina sull’uomo, il famoso Terminator, avrebbe preso il sopravvento nel giorno del giudizio. L’aspetto letterario ha una sua fascinazione nel lettore, ma la realtà a volte può superare la fantasia. 
In un mondo che “va salvato” la spinta green, tra normative europee e sanzioni, vede il mondo dell’auto elettrificato quando non è ad idrogeno. Un mondo in cui prevarrà l’IA e l’esigenza green. Il futuro è già presente in Giappone, Paese di oleandri ma anche di motori rivoluzionari. Toyota ha deciso di investire nei motori ad acqua, per un impatto ambientale zero, valutando anche l’efficienza di conversione energetica superiore a quella dei motori termici.
Lo sviluppo dei motori ad acqua
Non è letteratura ma è una realtà quella dell’azienda pionieristica chiamata Electriq Global, che ha sede ad Israele e ha sviluppato un sistema che converte in modo efficiente l’acqua in carburante per alimentare i veicoli. La loro tecnologia estrae l’idrogeno dall’acqua e lo usa per generare elettricità che spinge la vettura. Inoltre, rispetto al diesel e la benzina, avrebbe dei costi, nettamente, inferiori per i consumatori. La tecnologia delle auto alimentate ad acqua portata avanti dall’azienda israeliana Electriq Global sfrutta una nanotecnologia unica in grado di scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno attraverso una membrana.

L’idrogeno prodotto dalla reazione viene, in seguito, immesso nella cella a combustibile del veicolo. Nella cella a combustibile, l’idrogeno si combina con l’ossigeno dell’aria per generare una corrente elettrica. L’innovazione aiuterà a rendere le auto alimentate ad acqua che utilizzano celle a combustibile a idrogeno una realtà praticabile ed innovative ad impatto ambientale zero. Una rivoluzione da fumetto che potrebbe già pensionare anche l’elettrico. Nell’ambito della ricerca, il Giappone è da sempre un faro. Fuori da ogni ideologia che si sposi, la ricerca va sempre sostenuta e alimentata perchè porta soluzioni e risposte per il bene della collettività, che poi diventi anche un buon affare è un po’ nell’ordine naturale delle cose.