Secondo molti utenti Google Maps sta peggiorando. Scopriamo i motivi in una analisi che non farà piacere al colosso americano.
Google Maps ha sempre più concorrenza e le altre app di navigazione stanno offrendo dei servizi moderni e anche più curati. Per anni solo Waze ha creato dei problemi al colosso americano finché non è stata eseguita una clamorosa acquisizione. Del resto il pesce grande finisce per divorare quello piccolo. La tecnologia alla portata di tutti ha portato tantissime app a cambiare approccio. 
Google Maps è disponibile automaticamente su tutti gli smartphone, riuscendo a offrire un servizio curato e aggiornato. Si tratta di un’app facile da utilizzare sia sul telefono che su altri dispositivi. Oggi anche chi non è un esperto di tecnologia riesce a impostare un itinerario senza patemi. L’app americana di navigazione è nell’occhio del ciclone per alcuni cambiamenti che non avrebbero migliorato l’esperienza.
Spotify, Amazon Music e YouTube Music avevano la riproduzione (pausa, avanti, indietro) direttamente dall’interfaccia di Maps. Questo permetteva agli utenti di non dover uscire dall’app e perdere di vista la strada. Con le versioni più recenti del sistema operativo, improvvisamente, questa funzionalità è scomparsa dai radar. La barra di comandi, durante la guida, è sparita, insieme all’opzione per riattivarla nelle impostazioni.
I bug di Google Maps
Il colosso americano ha annunciato che si tratta di un bug e ha promesso di risolverlo quanto prima. La questione riguarda gli Android, mentre i dispositivi iOS (Apple) funziona regolarmente. Per ora dover uscire dalla navigazione per cambiare brano, distrarsi e perdere tempo, rappresenta anche un rischio alla guida. 
Inoltre, è giunta puntuale la modifica all’utilizzo della timeline, la cronologia delle posizioni che permette di rivedere gli spostamenti passati. In precedenza, questa funzione salvava in automatico i percorsi sull’account Google, dando la possibilità di accedere, anche a distanza di mesi o anni, a viaggi effettuati e a luoghi d’interesse visitati. Dallo scorso luglio 2025, la cronologia è memorizzata esclusivamente sul dispositivo dell’utente e i dati più vecchi di 90 giorni verranno cancellati a meno che non si effettui manualmente un backup locale per una maggiore tutela della privacy secondo Google. Gli utenti non sono contenti delle ultime novità. Il progresso non fa sempre rima con successo.