I moderni sistemi di monitoraggio della velocità possono commettere degli errori. Ecco cosa è accaduto in Svizzera.
Mettersi in viaggio in auto richiede calma e sangue freddo o un buon ansiolitico. Gli autovelox stanno diventando un incubo per tutti coloro che ogni giorno percorrono strade e autostrade. Limitazioni che in certi tratti hanno davvero poco a che fare con il buon senso, il numero delle multe in Italia è in continuo aumento e sono i dati a parlare: sulle nostre strade sono presenti 11.130 mila apparecchi di rilevazione automatica della velocità, più di Gran Bretagna (circa 7.700), Germania (oltre 4.700), Francia (3.780). 
Multe che cadono sulla testa degli automobilisti come una scure e fanno la ricchezza delle casse delle maggiori città italiane e piccoli Comuni: le principali 20 città italiane hanno incassato un totale di 75.891.968 euro grazie alle sanzioni tramite autovelox, con un boom del +61,7% rispetto ai 46.921.290 euro di proventi registrati dalle stesse amministrazioni comunali nel 2021. Tornare da un viaggio senza aver preso una multa, in Italia, è roba per pochi, basti pensare che negli Stati Uniti, grandi 32,5 volte il Belpaese, sono installati meno apparecchiature: 7.975 (3.794 telecamere a luci rosse, 4.001 autovelox). Ciò basterebbe per un invito alla riflessione collettiva.
Multata un’anatra troppo rapida
A volte mantenere anche ai fini della sicurezza stradale un certo limite, è davvero complicato per non dire impossibile. Non solo l’Italia, arriva dalla Svizzera una storia che ha dell’incredibile: ad essere multato non è stato un automobilista indisciplinato o un centauro con troppo manico, bensì un uccello, un’anatra. A Koniz. nella zona elvetica di Berna, è stata comminata una multa ad un pennuto, e non è la prima volta. La telecamera ha pizzicato il pennuto a 52 km/h, 22 km/h in più rispetto al limite.

Naturalmente ci si aspetta che l’anatra provveda quanto prima a pagare l’eccesso di velocità, pena il ritiro della patente. Scherzi a parte si sta cadendo nel ridicolo, e a volte è davvero difficile pensare che ci sia interesse pubblico alla sicurezza al primo posto. E’ più facile immaginare che ci sia altro, lascio a voi le possibili interpetrazioni.