Mercato delle auto in crisi: chiusura di stabilimenti e licenziamenti in vista

L’industria dell’automotive sta vivendo una fase di crisi molto profonda. Scopriamo cosa sta accadendo i major dell’automotive.

Il car market dopo il Covid-19 non è più stato lo stesso. Sono fioccati i problemi economici e nelle famiglie l’auto non è più stata la priorità. La maggioranza si è tenuta la cara vecchia macchina termica con buona pace dei proclami green.

Dati preoccupanti per l’automotive
Automotive: mercato in crisi – Quattromania.it

I costruttori che hanno puntato sulla tecnologia elettrica sono andati in affanno. La decisione della Casa di lusso Jaguar Land Rover di tagliare fino a 500 posti di lavoro dirigenziali in tutto il Regno Unito è solo l’ultimo esempio di un mondo dell’automotive in affanno. Il problema riguarda anche brand innovativi come Tesla che ha avuto un calo repentino delle vendite negli ultimi mesi.

Nissan ha deciso di ridurre il numero dei suoi siti produttivi da 17 a 10, in patria e all’estero, entro l’anno fiscale 2027, e ha già deciso di chiudere il suo storico stabilimento giapponese di Oppama, a sud di Tokyo, con 2.400 dipendenti. I problemi dei major dell’automotive sono prettamente legati a proposte che non rispondono alle esigenze degli automobilisti.

Dati preoccupanti per l’automotive

In base a una analisi condotta per conto di Facile.it dall’istituto di ricerca mUp Research, circa 10,7 milioni di individui in Italia guidano un’auto con più di 15 anni, che diventano molto più del doppio (26 milioni) se consideriamo auto con più di 7 anni di anzianità. Nonostante le proposte continuano a fioccare, sono pochi gli italiani che hanno intenzione di abbracciare nuove tecnologie. Acea, l’associazione che riunisce i produttori di auto europei, ha chiesto una revisione delle sanzioni sulle emissioni di CO2 “entro la fine dell’anno” a causa delle vendite di vetture elettriche inferiori alle aspettative.

L'acquisto di una EV
La nuova frontiera per chi acquista EV – Quattromania.it

Ola Kallenius, numero 1 della Mercedes, ha dichiarato: “Gli attuali standard basati sulle sanzioni per le emissioni di CO2 di auto e furgoni stanno soffocando la crescita economica. Devono essere rivisti entro la fine dell’anno per riflettere ciò di cui l’industria e i mercati hanno disperatamente bisogno: flessibilità e un approccio più orientato al mercato“. Con la crisi attuale, almeno alle nostre latitudini, si creerà l’”effetto Avana“, con gli europei che saranno spaccati in due raggruppamenti. C’è chi guiderà per i prossimi anni auto termiche inquinanti per mancanza di possibilità e coloro che si proietteranno in futuro a bordo di EV.

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