In una fase dove si fa un gran parlare di ecologia e fonti rinnovabili, un colosso ha deciso di tornare a concentrare la produzione su petrolio e gas.
Il primo obiettivo di Trump è dare una lezione all’Unione Europea. “Ho dichiarato un’emergenza energetica nazionale, ed è così importante: un’emergenza energetica nazionale per sbloccare l’oro liquido sotto i nostri piedi e aprire la strada per approvazioni rapide di nuove infrastrutture energetiche. Gli Stati Uniti possiedono la maggiore quantità di petrolio e gas di qualsiasi Paese sulla Terra e lo utilizzeremo. Non solo questo ridurrà il costo di praticamente tutti i beni e servizi, ma renderà gli Stati Uniti una superpotenza manifatturiera e la capitale mondiale dell’intelligenza artificiale e delle criptovalute“, ha spiegato Trump, che ha speso buone parole anche per il carbone, il più inquinante tra i combustibili fossili, definito “una buona risorsa di back-up“.
Secondo il Presidente degli Stati Uniti la guerra in Ucraina “finirebbe immediatamente” se i prezzi del greggio fossero più bassi. Trump ha ribadito anche che gli Usa venderanno ai Paesi europei il gas naturale liquefatto, Gnl, su cui alcuni Stati come l’Italia stanno investendo. Retromarcia anche della BP, colosso del settore energetico: la multinazionale britannica torna a puntare su petrolio e gas, con investimenti triennali di 10 miliardi di dollari annui (+20% rispetto ai programmi del 2020), tagliando gli investimenti nelle energie rinnovabili per 5 miliardi l’anno (-70%).
Sta facendo discutere la retromarcia della BP rispetto al 2020, quando l’allora Ceo Bernard Looney promise di ridurre la produzione di petrolio e gas del 40% entro il 2030. Già nel 2023 l’azienda aveva ridimensionato l’obiettivo al 25%, per via della crisi energetica in Europa dovuta anche alla guerra Russia-Ucraina. La nuova strategia della BP seguirà quella di concorrenti come Shell ed ExxonMobil, focalizzate su un maggiore output di petrolio e gas, allineandosi alla visione dell’amministrazione Trump per il 2025.
Discostandosi nettamente dal pensiero di Ursula Von der Leyen, intervenendo al World Economic Forum ha dichiarato che “l’Europa resta sulla sua rotta e siamo pronti a lavorare con tutti gli attori globali per accelerare la transizione verso l’energia pulita“. Il green sta continuando a perdere pezzi. La decisione di BP è dettata dalle pressioni degli investitori, specie del fondo Elliott Management. Nei prossimi due anni il colosso BP intende raccogliere 20 miliardi di dollari vendendo asset.
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