Yamaha T-Max, addio al motore tradizionale? Dal Giappone arriva la “svolta” green | Come sarà il nuovo scooter

Grossi cambiamenti per la serie T-Max: lo scooter di grossa taglia più amato in Italia potrebbe snaturarsi ulteriormente, diventando…silenziosissimo! Ecco cosa sappiamo grazie alla Yamaha.

Già lo sappiamo, questa notizia piacerà poco ai centauri più tradizionalisti e farà storcere il naso ai “puristi” delle due ruote. Ma d’altra parte, non siete mica obbligati a comprare proprio questa versione. Si, il T-Max potrebbe presto arrivare in versione green. Ma quando? A che prezzo? E soprattutto, come è nata questa variante che adesso Yamaha potrebbe introdurre anche sul nostro mercato?

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Un T-Max della nuova serie (The Times of Truth)

La storia del fortunato modello T-Max inizia nel 2001. Non è un caso che lo scooter sia diventato così famoso nel nostro paese dato che la prima apparizione pubblica del prototipo di pre-produzione risale all’estate del 2000 in Italia: da allora ne è stata fatta di strada. Il T-Max ha subito più restyling tra cui uno nel 2010 ed un’altro molto recente di cui abbiamo pure parlato che secondo alcuni fans del modello ha leggermente snaturato lo scooter.

Il punto di forza di questo due ruote, dobliamo ammetterlo, è il suo appeal su quella classe di motociclisti che magari non può ancora permettersi una moto sportiva o che non vuole comprarla per qualsiasi motivo, anche solo per una maggiore agilità nel traffico o comodità negli spostamenti, ma vuole comunque viaggiare con un certo stile. Chissà se la versione green sarà capace di esercitare lo stesso fascino sul pubblico?

Stiamo correndo troppo?

Per chi dovesse aver preso a cuore la faccenda, vi invitiamo alla calma: c’è ancora tempo per aspettare l’arrivo dello scooter. Al momento l’ufficialità della notizia ci arriva dal fatto che la Yamaha avrebbe depositato ben due brevetti per un motore ibrido da applicare proprio al famoso modello.

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Presto anche a zero emissioni (Facebook)

Il primo brevetto riguarda un motore così strutturato: il propulsore elettrico è direttamente a contatto con quello termico tramite un rinvio sull’albero motore. Questo brevetto, chiamiamolo pure Numero Uno, favorisce le prestazioni perchè i motori lavorano in perfetta sintonia per tenere alti i giri e fornire in primis accelerazione e velocità degne di nota.

Il brevetto Numero Due riguarda un propulsore a carburante tradizionale a cui si associa un secondo motore elettrico situato nella zona della forcella che opera in maniera indipendente. Questo secondo sistema risulta sicuramente più complicato ma siamo sicuri che Yamaha dall’alto della sua grande esperienza nel settore saprà risolvere eventuali problemi in fase di progettazione. Non ci resta che aspettare l’annuncio ufficiale e il design del modello.

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