Forse non tutti lo sanno, ma i Comuni sarebbero tenuti a comunicare i ricavi delle multe in modo tale da rendere la pratica il più possibile trasparente. Nonostante questo, molto agiscono come se niente fosse.
La trasparenza per un ente locale è fondamentale proprio per instaurare un rapporto di fiducia con i cittadini. E nasce proprio con questo obiettivo l’obbligo di comunicare i proventi delle multe con autovelox, una delle violazioni più diffuse. Si spera così di evitare che i Comuni possano fare cassa sulle tasche dei cittadini, ma soprattutto che utilizzino questi fondi per reali bisogni. Nonostante sia stata approvata una specifica norma a riguardo, molti continuano a fare come se niente fosse.
Da una prima analisi, le sanzioni del Codice della Strada permettono di incassare complessivamente quasi 3 miliardi di euro. Chi pensa che questa cifra finisca interamente nelle casse dei vari Comuni, però, si sbaglia. Da una stima, infatti, quasi il 50% di questa cifra torna agli automobilisti che vincono un ricorso o non viene saldata nonostante il verbale sia stato recapitato. Una situzione come questa non può quindi che mettere in allarme.
Il Codice della Strada stabilisce all‘articolo 142 che i ricavi per le multe da autovelox siano destinati a miglioramenti della sicurezza delle infrastrutture. In questa categoria rientrano la sistemazione dell’asfalto usurato o danneggiato, il miglioramento sicurezza stradale per gli utenti più vulnerabili, quindi attraversamenti pedonali più sicuri, maggiore sicurezza nei pressi delle scuole e la realizzazione di opere per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti . Nonostante questo, sono ancora diverse le amministrazioni che non ottemperano a questo obbligo.
Sono diversi gli enti che non sono non effettuano la comunicazione, ma che utilizzano i fondi per scopi ben differenti. Ma quali sono le conseguenze per chi si comporta in questo modo?
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È proprio la risposta a questa domanda che porta molti Comuni ad agire in maniera irregolare.”In questo momento non sono previste sanzioni specifiche, ma solo una segnalazione alla Procura della Corte dei Conti” – ha sottolineato l’ex Ministro dei Trasporti Paola De Micheli.
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