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Alfa Romeo “brasiliana”, pochi la ricordano | Un pezzo di storia che arriva da lontano – Foto

In pochi lo sanno, eppure non solo la Fiat ha esportato automobili in America Latina appoggiandosi ad altri marchi locali. Lo fece pure l’Alfa Romeo, ben prima di essere assorbita dal marchio.

L’espansione di una casa automobilistica non passa soltanto tramite il controllo del mercato nazionale, anzi: spesso, i marchi che fatturano di più sono quelli capaci di travalicare le frontiere da un continente all’altro, anche appoggiandosi a marchi locali se necessario.

Una FNM Furia (Pinterest)

Abbiamo visto come il fenomeno del re-branding permetta tutto ciò, con risultati a volte ottimi e a volte discutibili. Ci sono esempi anche in Italia come quello del marchio Fiat, capace perfino di arrivare al mercato Nord-Coreano, oscuro e sconosciuto.

Ma anche l’Alfa Romeo nel lontano 1952 riuscì a creare un sodalizio con una casa brasiliana, la Fabrica Nazional de Motores abbreviata in FNM. Un brand praticamente neonato, risalente al 1942 che però non avrebbe poi fruttato così tanti introiti alla casa italiana.

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Bello finché è durato

Inizialmente, la collaborazione prevedeva soltanto che la FNM producesse vetture Alfa su licenza, ad esempio l’Alfa Romeo 2300 venduta come FNM JK2000 nel paese latino. Nel 1968 però, il marchio italiano assunse il controllo del marchio latino-americano, iniziando a produrre anche auto quasi del tutto originali.

Un’Alfa Romeo 2300, venduta localmente come FNM JK2000 (Wikipedia)

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Tra i modelli più interessanti troviamo la FNM Furia e la FNM Onca, due vetture caratterizzate da linee squadrate basate su una piattaforma Alfa Romeo. Il marchio si difese bene sul mercato latino, pur non producendo mai più di poche migliaia di vetture all’anno.

Negli anni 80 però grosse difficoltà economiche iniziarono ad affliggere il Biscione che, dopo un tentativo di esportare le FNM in Europa – specie in Belgio ed Olanda – si vide costretta a chiudere la casa brasiliana nel 1988, sotto la pressione della concorrenza tedesca che nel paese latino ha un certo mercato.

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Si concluse così questo breve capitolo “coloniale” della storia dell’Alfa che pochi ricordano: nel 1998, sotto la gestione Fiat, in Brasile fu aperta una fabbrica indipendente di camion ma per il momento, non abbiamo ancora una berlina brasiliana realizzata sulla base della Nuova Giulia.

Manfredi Falcetta

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