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Auto

La “Smart” indiana che costava meno di 2mila euro: ecco perché non l’ha comprata nessuno

Era il 2009 quando la casa indiana Tata presentò quella che doveva essere l’utilitaria del popolo per eccellenza. L’auto però incontrò un clamoroso flop. 

La sfida a cui da sempre si sottopongono le case automobilistiche che producono auto “low cost” è quella di abbassare il prezzo delle utilitarie il più possibile per gonfiare le vendite.

E’ un concetto economico molto semplice noto come Bene di Giffen: la fascia di popolazione meno abbiente tenderà a sostituire l’acquisto di beni “standard” con prodotti equivalenti di fascia inferiore.

(Wikipedia)

Non sempre però abbassare il prezzo è sufficiente per ottenere un riscontro positivo nelle vendite. Ed in questo, l’esempio della Tata Nano è emblematico.

La casa indiana Tata presentò nel 2009 questa vettura dalla forma piuttosto sgradevole ed ovoidale, annunciandola come “L’utilitaria del popolo”.

L’auto doveva dare modo alla fascia di popolazione più povera – che in India purtroppo è piuttosto abbondante – di avere un’automobile.

Con queste premesse, la Tata introdusse la piccolissima utilitaria sul mercato, non ricevendo però l’accoglienza che aveva sperato.

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Meno di 2000 Euro per un’automobile

La Tata Nano si presentava come una piccola utilitaria – “superutilitaria” stando alla casa – con un piccolo motore da 30 cavalli posto sotto i sedili posteriori.

La casa indiana cercò di pubblicizzare la vettura come più sicura degli scooter che in India costituiscono il principale mezzo di trasporto della popolazione meno ricca.

In realtà però, i crash test della Nano furono disastrosi, evidenziando una pericolosità esagerata dell’auto in caso di incidente anche a velocità moderata.

Questo fattore probabilmente contribuì all’esclusione della Tata Nano dal mercato europeo: solo in Gran Bretagna l’auto arrivò grazie ad un accordo tra la Caparo e la Tata.

Una Tata Nano (Wikipedia)

A questo fattore bisogna aggiungere la protesta dei lavoratori che assemblavano l’auto, venduta al prezzo di appena 1.400 Dollari, che protestavano per le condizioni di lavoro troppo pesanti.

Ultimo particolare ma non per importanza, anche l’occhio vuole la sua parte: senza essere troppo cattivi con la “superutilitaria”, la linea della Nano era decisamente bruttina.

L’auto venne tolta dal mercato dopo che nel 2019 fu venduto un solo esemplare: anche negli anni precedenti, l’auto non aveva venduto bene: molti indiani preferirono ripiegare sui loro vecchi scooter, più comodi e sicuri.

Un fiasco colossale che forse ci insegna una lezione: molti automobilisti preferiscono spendere qualcosa in più per guidare un’auto sicura, fornita di qualche optional importante e con una linea quantomeno decente.

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Altrimenti, ci sono sempre le moto.

 

Manfredi Falcetta

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