Dietro un test silenzioso a Yas Marina si intravede la mappa delle strategie future di Ferrari. Un indizio tecnico suggerisce dove punta Maranello 
Nel weekend di Abu Dhabi, la scena è stata calma solo in apparenza. Il box Ferrari ha lavorato con metodo, senza rumore. L’obiettivo reale guarda oltre il presente. Il mirino è già sul 2026, quando cambieranno motori, aerodinamica e gestione in pista. E in questa cornice qualcosa, in abitacolo, ha fatto drizzare le antenne.
La FP1 è spesso il laboratorio perfetto. Tempi alti, rischio basso, tante prove a basso profilo. I team inseriscono sensori, software sperimentali e interfacce provvisorie. Ferrari non fa eccezione. Il Cavallino Rampante ha un vantaggio quando coinvolge i giovani: portano freschezza e feedback puliti.
Qui entra in scena Arthur Leclerc. Il monegasco ha guidato con disciplina, ma soprattutto con uno scopo: testare soluzioni che parlano al domani. E il domani, per Maranello, si chiama Ferrari 2026.
Arthur Leclerc testa il volante del futuro: un indizio sulla Ferrari 2026
Oltre metà turno è bastato per capirlo: l’elemento centrale non era la mappa motore, ma il nuovo volante. La cornice è familiare, ma la logica dei comandi cambia. Alcune manopole sembrano dedicate a una gestione più fine dell’energia elettrica. Alcuni toggle fanno pensare all’aerodinamica attiva. Al momento della stesura non ci sono note ufficiali pubbliche di Ferrari sui dettagli del dispositivo; quanto segue deriva dal contesto regolamentare e da prassi note in F1. 
Il 2026 porterà power unit ibride con più potenza elettrica e carburanti sostenibili, mentre l’MGU-H scomparirà. La FIA ha già delineato un quadro che prevede un MGU-K più potente e una maggiore enfasi sull’efficienza. Anche l’aerodinamica si muoverà verso soluzioni attive per ridurre il drag nei rettilinei e aumentare il carico nelle curve. Queste novità cambiano il carico cognitivo del pilota. Cambia, quindi, la priorità sullo sterzo.
Le possibili funzioni del nuovo volante
Cosa potrebbe nascondere quel layout? Ecco le aree più plausibili, coerenti con le regole 2026:
- Controllo energia: rotelle dedicate a deploy, recupero e gestione SOC, con profili rapidi per attacco e difesa.
- Aero attiva: switch chiari per passare tra assetti a bassa resistenza e alto carico, in coordinamento con l’elettrico.
- Frenata ibrida: più livelli di rigenerazione e “brake migration” per stabilizzare l’ingresso curva.
- Assistenza decisionale: display e LED per allarmi energia, finestre di utilizzo e delta obiettivo sul giro.
Il senso è semplice: la Ferrari 2026 dovrà orchestrare più variabili, più spesso, con meno sprechi. Un volante ripensato rende queste scelte ripetibili e rapide. Per un giovane come Arthur Leclerc, fare chilometri con questa logica è oro puro: allena riflessi e metodo su ciò che conterà davvero.
Resta una domanda che vale la pena tenere in tasca: quanto potrà spostare l’ago il lavoro invisibile di oggi quando scatterà il nuovo ciclo tecnico? La sensazione, osservando il Cavallino Rampante, è che le sue vere strategie future passino da scelte piccole, ripetute e coerenti. La prossima volta che guarderai un on-board, prova a seguire le dita del pilota: lì dentro, forse, c’è già un pezzo di 2026.