Trovare una Ferrari che non si possa definire un’opera d’arte è un compito difficile, ma oggi vi parleremo di una delle supercar meglio riuscite nella storia del Cavallino. In poche possono evocare emozioni simili.
La Ferrari esce con l’ennesima delusione dal Gran Premio d’Italia, coronando una stagione fallimentare in F1. D’altra parte, con il secondo ed il quinto posto maturati ad Austin, si avvicina notevolmente ai titoli mondiali del FIA WEC, grazie alla 499P. Insomma, una stagione tra luci ed ombre nel motorsport, mentre a livello di prodotto e di affari, l’azienda del Cavallino viaggia a gonfie vele. Il 2025 è l’anno in cui si celebrano i vent’anni dal debutto sul mercato della F430 Spider, una delle supercar più amate della storia di Maranello.
Si tratta della declinazione scoperta della F430 lanciata l’anno prima, ed il look era, a parte la capote, identico a quello della sorella. La vettura fu modifica nella parte alta della carrozzeria, con doppia bocca sul frontale, una scelta fatta per omaggiare la 156 F1, con la quale Phil Hill vinse il mondiale nel 1961. Al posteriore c’era qualcosa in comune con la Enzo, ed il look generale era da togliere il fiato, rendendola una Ferrari dal raro fascino, grazie al lavoro di Pininfarina che ne curò il design.
La Ferrari F430 Spider si distingue anche per alcuni contenuti tecnici davvero all’avanguardia. Portò infatti al debutto il differenziale elettronico E-Diff, assente sulla versione chiusa, con l’obiettivo di massimizzare la trazione in uscita dalle curve. In questo modo, la gestione della potenza in uscita dalle curve risultava ben più semplice. Presente anche il maneggino sul volante, derivato dalle monoposto della F1, così da poter scegliere la modalità di guida preferita, regolando in base alle proprie esigenze le varie mappature del motore.
L’aerodinamica era sicuramente uno dei punti di forza, dal momento che fu ottenuto un notevole indice di deportanza. Il motore era un V8 da 4,3 litri aspirato a benzina, da 490 cavalli di potenza massima, erogati ad 8.500 giri al minuto, con un picco di coppia di 465 Nm a 5.250 giri al minuto. Eccezionale il sound fornito, mentre le performance erano da prima della classe. Lo scatto tra 0 e 100 km/h si completava in 4,1 secondi, e la velocità massima era di 310 km/h. Non male per un’auto di vent’anni fa, priva di qualsiasi tipo di sistema ibrido. Un gioiello a tutti gli effetti a cui non possiamo che augurare un buon anniversario.
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