L’Alfa Romeo che doveva spaccare negli Stati Uniti, ma si è rivelata un flop: i motivi del disastro

L’Alfa Romeo aveva grandi piani negli Stati Uniti per la sua gamma di modelli di altissimo spessore. La risposta di pubblico per la Milano oltreoceano non fu in linea con le aspettative.

L’Alfa Romeo 75 era chiamata Milano nel mercato nordamericano. Venne prodotta dal 1985 fino al 1992 nello stabilimento di Arese. Prima che la Fiat mettesse le mani sul marchio milanese, questo modello venne costruito in modo indipendente dal Casa torinese degli Agnelli. Per questo motivo per molti puristi del Biscione è l’ultima vera Alfa Romeo, incontaminata dalle logiche e dagli elementi Fiat.

L’Alfa Romeo che doveva spaccare negli Stati Uniti, ma si è rivelata un flop: i motivi del disastro
Alfa Romeo (Pixabay.com) – Quattromania.it

La 75 divenne l’erede della Giulietta ’77, l’Alfa 75 e venne svelata sotto gli sguardi di Craxi e Massacesi l’11 maggio 1985 allo scopo di celebrare il 75º anniversario del marchio milanese. Per questo motivo l’auto fu chiamata alle nostre latitudini 75 e avrebbe dovuto rappresentare una svolta assoluta in una fase complessa per il marchio italiano.

Per evitare esborsi eccessivi la vettura ebbe in dote la base della Giulietta. Sulla carrozzeria della predecessora vennero unicamente cambiate le parti esterne dei lamierati, conservando l’intero giro porta. La meccanica era di alto profilo, difatti l’Alfa 75 ottenne subito una buona risposta di pubblico in Italia. Il centro stile dell’Alfa, al tempo guidato da Ermanno Cressoni, riuscì a conservare un look moderno con un profilo a cuneo con frontale molto basso.

L’Alfa Romeo Milano non convinse in America

I gruppi ottici anteriori avevano una forma trapezoidale e il look era sportivo e tagliente. Il posteriore rimandava alla sorella 33. La plancia dell’auto risultava semi avvolgente allo scopo di coinvolgere maggiormente il conducente. La scelta dei motori? Un 4 cilindri bialbero con alimentazione a 2 carburatori, ripresi dalla Giulietta, come pure il turbodiesel 2 litri della VM Motori. Venne poi lanciato un V6 Busso di 2492 cm³ a iniezione da 158 CV, il medesimo di Alfa 90 e Alfetta GTV 6. La versione 2.0 Turbodiesel raggiungeva i 95 CV.

L’Alfa Romeo Milano
La 75 divenne l’erede della Giulietta (media press) Quattromania.it

In America non rappresentò il modello di punta che i vertici avevano sperato diventasse. Non raggiunge i volumi di vendita fissati. Una rete commerciale limitata, i costi di manutenzione salati e la diffidenza verso l’affidabilità delle vetture italiane diedero la mazzata finale alla vettura milanese negli Stati Uniti.

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