Gli ingegneri di tutto il mondo si stanno scervellando per trovare un miglioramento sui motori elettrici del futuro. Ecco cosa è stato scoperto.
Nei motori la direzione del flusso è solitamente radiale. Lo schema di funzionamento prevede invariabilmente l’interazione fra i campi magnetici del rotore e quelli dello statore. Il cammino dei flussi magnetici, che devono compiere un percorso chiuso che attraversa rotore e statore, può fare molta differenza sulle performance di un motore elettrico. 
Le Case produttrici sono alla ricerca di una soluzione che possa offrire bassi consumi energetici e una potenza importante. L’ultima novità è il motore elettrico HaloDrive di Orbis Electric, azienda californiana ancora in fase di crescita, ma che mira a diventare un importante player di un mercato in espansione. Sebbene alle nostre latitudini le EV stentino ancora a decollare, negli Stati Uniti c’è un mercato in fermento. La crescita delle vendite negli anni scorsi della Tesla ha portato tante realtà a investire in questa filiera. Ricordiamo che nel 2035 è previsto il ban ai motori termici nel Vecchio Continente.
Le caratteristiche del nuovo motore a flusso assiale
Come tutti i motori elettrici a flusso assiale, anche l’HaloDrive vanta un diverso orientamento del campo magnetico nello statore, rispetto ai più utilizzati motori a flusso radiale. I motori risultano più larghi a livello di diametro, ma molto più piccoli per la dimensione generale, ed anche più leggeri. Proprio il peso rappresenta un serio problema sulla guidabilità delle auto elettriche. Risultano molto veloci nello scatto, ma sono poco agili nei tratti misti.
In base a quanto annunciato da Orbis, il suo motore dovrebbe avere una densità di coppia di 100 Nm/kg, superando senza patemi quasi tutti i motori radiali. Ha inoltre una trasmissione più economica del 35%, ed una elevata efficienza, pari al 97%. Orbis Electric sta portando avanti dei lavori per ridurre gli ingombri. HaloDrive può essere utilizzato in connessione all’asse delle ruote, sfruttando la sua potenza in frenata rigenerativa, usando l’energia ricavata proprio per alimentare i macchinari a bordo, come quelli refrigeranti. Un nuovo corso è pronto a stupire i progressisti green.