Valentino Rossi ha scritto la storia della MotoGP, ed Jorge Lorenzo gli ha riconosciuto un importante vantaggio, emerso durante l’epico finale di Barcellona 2009. Lo spagnolo ha ammesso tutto con grande onestà.
Nella MotoGP mancano i fenomeni del passato, tanto in pista quanto sotto il profilo della personalità, ed il Circus ne risente e non poco. Marc Marquez è rimasto l’unico della vecchia guardia in pista, e nonostante un’età non più giovanissima ed i tanti infortuni subiti, domina senza problemi su una Ducati stellare. I tempi delle sfide con Valentino Rossi ed Jorge Lorenzo sono ormai ben lontani, ma dobbiamo tutti considerarci molto fortunati ad averli vissuti. 
In particolare, quella che abbiamo vissuto tra Valentino Rossi e Lorenzo, oggi tornati in ottimi rapporti, è stata una bagarre davvero entusiasmante, che li ha visti confrontarsi per anni sul filo del rasoio. Barcellona 2009 fu uno dei momenti più caldi della loro sfida, un episodio, quel sorpasso del “Dottore” all’ultima curva sul compagno di squadra in Yamaha, che è entrato di diritto nella storia di questo sport. Il cinque volte campione del mondo lo ha ripercorso nelle ultime ore, sottolineando la grande bravura del pilota di Tavullia in uno specifico aspetto.
Valentino Rossi, per Lorenzo era il migliore ad improvvisare
Parlando al podcast “Mig Babol” di Andrea Migno, Jorge Lorenzo ha ricordato il finale di Barcellona 2009, quando Valentino Rossi riuscì a beffarlo all’ultima curva: “Valentino l’ha spiegato molto bene ed è andata più o meno come ha raccontato lui, siamo stati attaccati sin dalle prime libere in quel fine settimana. Eravamo molto più veloci del gruppo, ed avevamo le stesse intenzioni. Lui mi ha battuto perché era il più bravo ed è stato il più forte di tutti nel riuscire ad improvvisare. Era molto intelligente, molto furbo e sapeva improvvisare nelle fasi di sorpasso“.

Valentino Rossi, all’epoca, sfruttò anche un vantaggio legato all’esperienza nei confronti di Lorenzo: “A livello mentale, non era per niente chiuso, era aperto ed intelligente, non solo in pista ma in tutti gli aspetti della sua vita. In quel frangente specifico fu inoltre molto bravo a sfruttare la sua esperienza. Staccava sempre più tardi di me, faceva un settaggio più duro della forcella, io ne avevo una molto più morbida per poter aprire prima il gas in percorrenza. Sono stato ingenuo in quella fase a non chiudere, avevo seguito la linea che avevo fatto per tutta la gara“.