In tanti la considerano una sciocchezza. Un gesto rapido, quasi istintivo. Eppure questa “disattenzione” può comportare una sanzione che lascia il segno: da 5.000 fino a 10.000 euro. Non stiamo parlando di evasione fiscale o infrazioni gravi, ma di un comportamento che molti italiani commettono senza rendersi conto delle conseguenze.
Nel silenzio generale, le amministrazioni locali stanno iniziando ad applicare con severità le disposizioni del Codice amministrativo che puniscono chi viola il decoro e la pubblica convivenza. A farne le spese, sempre più cittadini sorpresi in atteggiamenti considerati “indecorosi” nei luoghi pubblici.
Con il Decreto Legislativo n. 8 del 15 gennaio 2016, è stata introdotta una serie di depenalizzazioni di reati minori, trasformandoli in illeciti amministrativi. In questo contesto, anche atti considerati una volta penalmente rilevanti — come appunto il compiere bisogni fisiologici in pubblico — sono diventati semplici infrazioni amministrative. Ma attenzione: la multa prevista è tutt’altro che simbolica.
L’articolo 726 del Codice Penale, ora modificato, punisce gli “atti contrari alla pubblica decenza” con una sanzione compresa tra 5.000 e 10.000 euro. Il principio è semplice: anche se non si tratta più di un reato, il gesto viene considerato offensivo per il pubblico decoro.
A Genova, un giovane è stato multato per 10.000 euro all’uscita di una discoteca: il gesto di pochi secondi gli è costato la paga di almeno 6 mensilità (e anche più). In Valcamonica, un uomo è stato fermato mentre stava cercando un angolo discreto su una superstrada: la sanzione, anche se ridotta con il pagamento immediato, ha superato i 3.000 euro.
In tutti questi casi, il cittadino si è difeso invocando la mancanza di alternative (bagni pubblici chiusi o inesistenti), ma le autorità non hanno avuto esitazioni: la legge è chiara, e l’applicazione non lascia molto spazio alla tolleranza.
In rari casi, alcuni tribunali hanno accolto ricorsi presentati con documentazione medica a sostegno (patologie o condizioni d’urgenza). Ma si tratta di eccezioni, non della regola. Nella stragrande maggioranza delle situazioni, la multa viene confermata, e spesso non impugnata per mancanza di prove sufficienti.
Al di là delle cifre e delle norme, il tema pone una riflessione più profonda: quanto siamo attrezzati come Paese per garantire servizi igienici pubblici accessibili e decorosi?
Nel frattempo, il consiglio è semplice: evitare scorciatoie, usare strutture adeguate… e non rischiare. Perché una semplice abitudine, magari di pochi secondi, può trasformarsi in un vero incubo economico.
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