FIAT è ancora italiana o è diventata francese? La situazione è intricata e fa storcere il naso a tutti

In tanti si chiedono se oggi FIAT può ancora definirsi una Casa automobilistica italiana. Cerchiamo di fare chiarezza in merito.

In Italia siamo abituati da anni ad avere un solo punto di riferimento quando si parla di auto: la FIAT. Sotto la presidenza di Gianni Agnelli, infatti, un pezzo alla volta, la Casa torinese si è comprata quasi tutti i costruttori presenti sul territorio. Basti pensare a Ferrari, Alfa Romeo, Maserati, Lancia e tutti gli altri. Le cose però di recente sono cambiate dopo la fusione avvenuta con il Gruppo PSA e sono in tanti a chiedersi se a questo punto la FIAT non sia diventata francese.

FIAT è ancora italiana o è diventata francese? La situazione è intricata e fa storcere il naso a tutti
FIAT (ANSA) – Quattromania.it

Al momento FIAT si può definire un’azienda automobilistica italiana, ma allo stesso tempo la sua produzione non è tutta sul nostro territorio. Anzi molte vetture vengono costruite in Paesi dove il costo di manodopera è molto più basso.

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Bisogna però sottolineare che al momento FIAT non è in mano direttamente agli Agnelli, anche se lo resta per vie traverse. La Casa automobilistica, infatti, fa parte del Gruppo Stellantis, che nasce nel 2021 dalla fusione tra FCA e PSA ed ha sede legale ad Amsterdam e sede operativa a Hoofddorp. A sua volta però Stellantis ha come azionista di maggioranza Exor che è una holding finanziaria olandese con sede ad Amsterdam controllata dalla famiglia Agnelli.

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FIAT (ANSA) – Quattromania.it

Bisogna notare che Elkann all’epoca della fusione scorporò alcuni marchi come Iveco e Ferrari dal Gruppo FIAT proprio per non far si che questi finissero nella fusione. L’intento era quello di tenerne il pieno controllo visto il valore di queste aziende. Ad oggi quindi la FIAT può definirsi ancora italiana, ma è praticamente controllata da un’azienda olandese.

Purtroppo la crisi del mercato dell’auto sta portando sempre più fabbriche a chiudere i battenti. La paura è che nei prossimi anni gli stabilimenti italiani, che già oggi lavorano a singhiozzo, possano lasciare definitivamente migliaia di operai senza lavoro. Staremo a vedere.

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