Continuano a susseguirsi notizie poco confortanti sul Gruppo Stellantis. Quest’ultimo è finito sotto accusa nei Paesi Bassi per una brutta storia che rischia di rovinare anche i lavoratori italiani.
Partiamo dal presupposto che Stellantis è in crisi e i risultati che sono arrivati nel primo semestre del 2025 non sono confortanti. Di fatto tanti modelli lanciati non hanno ancora avuto una ampia risposta di pubblico. I vertici, capitanati dal nuovo a.d. Filosa, stanno correndo ai ripari. Le proposte ibride ed elettriche, vedasi anche la nuova Grande Panda, non fanno strappare i capelli agli italiani. Bisogna tornare alla produzione massiccia di motori termici e anche alla svolta. 
A proposito di motori a combustione interna, nei Paesi Bassi, si è alzato un polverone giudiziario per il caso dei motori diesel HDi. Il tribunale di Amsterdam ha emesso una sentenza storica contro Stellantis, che tra gli altri controlla i marchi Citroën, Peugeot e Opel, riconoscendo l’uso di un software fraudolento per alterare i risultati dei test sulle emissioni tra il 2009 e il 2019. Secondo i giudici, i veicoli diesel immessi in commercio in quella fase rispettavano i limiti ambientali soltanto in condizioni di laboratorio, mentre su strada le emissioni erano diverse e decisamente più alte. La situazione è spinosa perché il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA rischia di dover pagare una multa da 2,5 miliardi di euro. Si ripeterebbe il disastro dieselgate della Volkswagen, ma con conseguenze ben peggiori.
Stellantis: a rischio chiusura fabbriche
Jean-Philippe Imparato, responsabile per il mercato europeo di Stellantis, ha annunciato: “O raddoppiamo le vendite di auto elettriche, oppure eliminiamo i veicoli a combustione interna, con la conseguente chiusura di stabilimenti“. Sarebbe questa la reazione che manderebbe in tilt la filiera automobilistica europea. Stellantis ricopre un ruolo centrale nel Vecchio Continente, ma con una crisi evidente per la mancata vendita di EV, una multa potrebbe mettere a rischio il futuro dei lavoratori.

Imparato ritiene che gli obiettivi green siano difficili da raggiungere. A rischio ci sono soprattutto gli stabilimenti meno efficienti o quelli ancora focalizzati sui modelli datati. La situazione potrebbe avere un impatto sugli impianti in Spagna, con tanti punti interrogativi anche per gli operai italiani. Toccherà al nuovo comandante Antonio Filosa trovare una soluzione ai tantissimi problemi che dovrà affrontare il Gruppo.