La crisi sta lacerando le fondamenta dei più grandi costruttori al mondo. Un altro exit a sorpresa sta facendo tremare l’industria delle quattro ruote.
Quando non cadono teste, ci sono dimissioni da parte di CEO storici che escono dal mondo dell’auto dalla porta principale. Il mercato occidentale dell’automotive sta soffrendo una profonda crisi, le ragioni sono molteplici e multifattoriali, ma di fatto anche le case costruttrici storiche del lusso sono in profonda difficoltà. In primis Maserati, lo scorso anno ci è stato il cambio della guardia in Casa Stellantis, a Tavares è succeduto l’italiano Antonio Filosa, sul quale pesa il gravoso compito di rilanciare il gruppo e svecchiare il progetti del suo predecessore.
Land Rover e Jaguar, da sempre fiore all’ occhiello dell’industria dell’auto stanno conoscendo una fase di flessione, ed Adrian Mardell lascia il Gruppo inglese dopo più di 35 anni. L’uomo dei miracoli, era riuscito a risollevare i conti di JLR, usciti (come quelli di molti altri costruttori) devastati dalla pandemia, portando a registrare profitti record già nel secondo anno nella veste di CEO, rilanciando il marchio all’ insegna della tradizione con modelli innovati, belli ed amati dalla clientela: Land Rover (Defender, Discovery e Range Rover) ha alzato troppo i prezzi.
Al pari Jaguar, che gode di buona salute, rispetto al passato, con i suoi modelli, non ha fatto desistere il CEO Mardell che senza motivazioni, dichiarazioni o spiegazioni ha lasciato il suo incarico aprendo, ora una nuova capitolo per Land Rover che è già alla ricerca del suo successore.
Incredibile ma vero, dopo una vita spesa nel colosso poi acquisito da Tata Motors, Wayne Griffiths ha deciso di lasciare. Il CEO della casa inglese è in buona compagnia, perchè non da ultimo anche Luca de Meo ha lasciato il Gruppo Renault dopo poco meno di 5 anni.
Wayne Griffiths, a questo punto ex CEO di LR e Jaguar, ha mollato il gruppo. Difficile ravvisare le ragioni che hanno spinto l’ex CEO di SEAT a mollare la barca, ma di certo è in atto una tempesta perfetta globale, che vede esposti i gruppi occidentali. A pagarne le spese sono sempre gli operai che finiscono in cassa integrazione o a casa senza stipendio.
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