La Lancia Delta ha costruito la sua fama di auto sportiva con i successi nei Rally. Vi raccontiamo la storia della versione che avrebbe potuto fare la storia nel campionato turismo tedesco.
Quanto erano belle le battaglie nel DTM? Ve lo ricordate il vecchio campionato turismo tedesco in cui correvano grandi costruttori, straordinari piloti e il rombo dei motori termici infiammava le folle? Noi che abbiamo qualche ruga sul viso in redazione e siamo cresciuti con le sportellate tra i bolidi del DTM, abbiamo vissuto un’epoca magica. Ai tempi il Motorsport era di un altro livello. Non si tratta di essere nostalgici, ma credete che con un Rally ai massimi livelli, una F1 con motori termici o un DTM dal fascino incredibile si sarebbe mai qualcuno guardato un e-Prix di Formula E o le sfide ibride attuali?
Non scherziamo e non lo fecero nemmeno i tecnici Lancia. Sono trascorsi oltre 30 anni dai trionfi della Lancia Delta sullo sterrato. Il Campionato del mondo Rally era per appassionati veri che amavano il Gruppo B. Tutto è cambiato con la scelta di FIAT di offrire una nuova immaginare al brand Lancia. Ora stanno tornando al passato.
Al debutto la Lancia Delta aveva solo due motorizzazioni: il 1301 cm³ da 75 CV, poi portati a 78 nel 1982 e il 1498 cm³ da 85 CV. La Delta, con HF Integrale e S4, divenne un sogno per i giovani. Celebrò i primati di vittorie di gara (46) e titoli costruttori (6) tra gli anni 1980 e 1990. Era un’auto futuristica con sospensioni anteriori e posteriori a ruote indipendenti di tipo MacPherson. Bassa, larga e leggera avrebbe potuto farsi strada anche in altre categorie?
La sportiva torinese era molto elaborata rispetto ai competitor, grazie ai paraurti anteriori e posteriori in resina poliestere rinforzata con fibre di vetro. Davide Virdis, artista digitale con la passione delle auto, ha elaborato un render che vi farà salire un brivido lungo la schiena. Ha conservato un fascino unico.
Lo stile è affusolato, evocando quello della storica Prisma, pur mantenendo la forza espressiva e la sportività tipica del modello originario. Da notare i cerchi in lega OZ bianchi multirazza, autentico omaggio al racing degli anni ’90. La vettura avrebbe ottenuto belle performance nel DTM, ma l’Italia può andare orgogliosa dei risultati dell’Alfa Romeo. Il Biscione fece la storia, mentre Delta rimarrà sempre un emblema glorioso dei Rally.
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