La potenza impressionante di una moto con un cuore Ferrari vi lascerà senza parole. Ecco come è nato un mostro adatto alla pista.
Mad Max ha colpito ancora. Maxwell Hazan, un costruttore noto per i suoi design retrò e i pezzi unici, scolpiti a mano nel suo laboratorio di New York, torna a sorprendere il mondo e a stupire con un progetto a due ruote che ha dell’incredibile: HF355, un motore Ferrari e precisamente quello di una F355, incastonato come un diamante nel telaio di una moto.
Un’idea che sfiora la follia, ma ben riuscita, viste le prime immagini, anche se il veicolo è incompleto di carenature lasciando in bella vista i muscoli, le vene e la voce naturalmente. Un veicolo degno di un fumetto, rubato alla cinematografia americana, con un motore che farebbe impallidire una MotoGP, suona e canta come un orologio. Poesia, musica, per le orecchie di chi ascolta, per chi ama i motori e le scommesse, per chi come Max, sperimenta nella sua officina progetti al limite: macchine in grado di superare i 350 km/h. Un pezzo unico, un opera magna di ingegneria, costruita, pensata e voluta per riscrivere i canoni e rompere gli schemi con la tradizione. Una moto che ha dalla sua potenza e velocità. Una moto non per tutti ovviamente, con una erogazione violenta, “cattiva” al limite del possibile, con dei picchi di potenza superiore ad una superbike.
Il progetto, come altri portati a termine dal Maxwell nella sua officina nasce un po’ per gioco, un po’ per scommessa, sfidando il limite, portando l’impossibile nel reale, una provocazione ingegneristica che mette a tacere gli scettici e a sedere gli amanti delle due ruote. Il mito Ferrari anni ’90, spogliato delle 4 ruote e della corazza per dare spazio con il suo cuore al battito di una special destinata ad un fortunato collezionista.
La motocicletta va inquadrata come un’opera d’arte senza compromessi, che strizza l’occhio al futuro e al mondo fumettistico, un concentrato di bellezza, stile e meccanica. Un mostro creato per superare le velocità delle MotoGP, ma con un sound decisamente unico. Difficile immaginare la prossima “creatura” di Maxwell, ma la parola impossibile nel suo vocabolario non esiste, il suo laboratorio è aperto sempre al possibile.
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