L’ex premier britannico Tony Blair ha messo in discussione l’attuale approccio sul clima. Tanti proclami che non si stanno trasformando in realtà.
Suonano dure e pesanti le parole dell’ex premier britannico Tony Blair, il quale mette in discussione l’efficacia delle politiche green, destinate inesorabilmente al fallimento. Secondo Blair, i cittadini “vengono sollecitati a fare sacrifici finanziari e cambiamenti nello stile di vita quando sanno che il loro impatto sulle emissioni globali è minimo“.
Queste parole se fossero state pronunciate da un conservatore e non da un laburista non avrebbero avuto lo stesso impatto mediatico. E’ un attacco aperto e consapevole, contro il dibattito sul clima, del tutto irrazionale, e le soluzioni, secondo l’ex premier britannico, sono ben altre e da ricercare nel campo dell’innovazione tecnologica.
Come aveva detto in passato, Blair ritiene che la decarbonizzazione totale del Regno Unito ridurrebbe le emissioni globali solo del 2% visto che due terzi provengono da Cina, India e Sudest asiatico. Pertanto, l’ex premier, proponendo un cambio di rotta, che sposa le simpatie dei conservatori inglesi, si è inimicato una bella fetta dell’opinione pubblica che spinge al green. Peraltro, i sondaggi indicano che il 66% degli elettori britannici è preoccupato per il cambiamento climatico.
La risposta non si è fatta attendere dai laburisti, e da parte dei verdi inglesi, Carla Denyer, leader dei Verdi, ha definito l’ex premier un “dinosauro politico”, e non è stata la sola a muovere delle critiche, le parole di Blair sono state bocciate da diversi personaggi illustri. L’accusa che è stata mossa all’ex premier da alcune associazioni ambientaliste, è stata quella di essere stato troppo sensibile ai contatti con governi e al lavoro di consulenza svolto, dopo la fine del suo mandato, anche per l’Oil & Gas, ricevendo sostanziosi pagamenti per aver facilitato intese tra i governi. Questo dibattito acceso e controverso, si va ad inserire in un discorso più ampio e sempre attuale sul cambiamento climatico.
Blair ha scelto di puntare il dito contro gli attivisti, riconoscendone però il merito di aver posto la questione ambientale al centro del dibattito politico ma accusandoli di pressioni che “stanno distorcendo il dibattito alla ricerca di una piattaforma climatica che è irrealistica e irrealizzabile“. I dibattiti andranno avanti ancora per mesi e anni ma l’attenzione si dovrebbe spostare alla Cina.
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