La speranza è l’ultima a morire ma il car market europeo è a un bivio. La dead line del 2035 ha creato più problemi che soluzioni. Si dovrà cambiare marcia per tornare competitivi a livello globale.
C’era una volta una Europa forte sul piano economico e con marchi di auto in ascesa. Tutti volevano guidare vetture europee e non solo per lo stile. Oggi l’economia mondiale spinge sempre più a Est e vi sono tantissimi brand asiatici, spuntati come funghi, che stanno, velocemente, rubando la scena e sottraendo clientela.
Le mosse di Bruxelles hanno spedito all’inferno già tantissimi marchi che sono, letteralmente, crollati. Le vendite del 2024, in Europa, sono state pessime per molti major che avevano investito troppo presto sull’elettrico. Persino colossi come Stellantis e Volkswagen hanno avuto una battuta d’arresto nella crescita, con gravi conseguenze per il mercato del lavoro. Il 5 marzo 2025 è previsto un rilancio con un nuovo piano per l’auto. La disciplina relativa alla riduzione delle emissioni da nuovi veicoli, pena multe ai costruttori fino a un totale di 15 miliardi di euro e la nota dead line del 2035 saranno al centro dei dibattiti.
Con un tappeto rosso steso ai costruttori cinesi, il Vecchio Continente sta rischiando di capitolare. A Bruxelles, la presidente Ursula von der Leyen in persona, ha annunciato un “Dialogo sul futuro dell’industria automobilista europea”, un incontro che riunirà vertici della politica, aziende e sindacati per riscrivere le regole sulla mobilità del futuro. Apostolos Tzitzikostas, responsabile dei Trasporti del continente, presenterà un programma sulla”transizione pulita e semplificazione normativa, nonché identificazione delle aree dove sono necessarie misure più concrete“. Alcuni esempi sono “catena del valore industriale, tecnologia, digitale e competenze“.
La Commissione europea potrebbe aprire a un compromesso sugli obiettivi dei prossimi anni. La presidente Von der Leyen ha già dichiarato che il tema verrà risolto entro “settimane, più che mesi”. Resta comunque un “problema di equità, perché alcuni costruttori hanno investito con successo per raggiungere i target”. Servono “equità e pragmatismo, sapendo che le questioni non vanno esaminate nella loro dimensione singola, ma inserite in un quadro“. Ursula Von der Leyen non si discosterà dall’obiettivo di “neutralità climatica per le auto2, ma apre a “un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, in cui gli e-fuel hanno un ruolo da svolgere attraverso una modifica mirata del regolamento come parte della revisione prevista“.
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