Donald Trump si è da poco imposto nelle elezioni presidenziali degli USA, e Volkswagen ed Audi iniziano a tremare. Ecco tutti i particolari.
Dopo mesi di indiscrezioni, di sondaggi che parlavano di una sfida che si sarebbe risolta solamente all’ultimo voto, le elezioni presidenziali degli USA dello scorso 5 di novembre hanno dato un risultato chiaro. Donald Trump si è imposto in maniera schiacciante, tornado alla Casa Bianca 4 anni dopo la fine del primo mandato. Il magnate statunitense ha nettamente vinto il confronto contro la democratica Kamala Harris, che di certo non poteva prevedere una sconfitta così netta, quando tutto sembrava promettere per il meglio.
Ma a questo punto, cosa c’entra Donald Trump con un’eventuale colpo di grazia alla già disastrata situazione del gruppo Volkswagen? Come potrete immaginare, di mezzo c’è il discorso relativo ai dazi di cui tanto si è discusso in queste settimane, che già hanno colpito duramente le case cinesi in Europa nel corso del 2024. Tuttavia, nel 2025 potrebbe essere l’Europa ad uscire con le ossa rotte dal discorso dazi, a seguito dell’elezione del miliardario americano. Ma andiamo, nei dettagli, a scoprire qual è la situazione e quali sono i reali rischi per i marchi del Vecchio Continente.
Da settimane si parla dei possibili dazi sui prodotti europei che Donald Trump vorrebbe imporre negli USA, in modo da preservare i prodotti statunitensi dalla concorrenza straniera. Anche le auto in arrivo dall’Europa verrebbero ampiamente danneggiate da una politica di questo tipo, andando ad autorizzare così dei pesanti dazi doganali sulle vetture prodotte alle nostre latitudini. Il gruppo Volkswagen, in base a quanto sta emergendo, ne sarebbe pesantemente colpito.
Infatti, la casa di Wolfsburg vende circa 700.000 auto l’anno oltreoceano, producendone 175.000 in quelle terre, mentre tutte le altre vengono importate dall’Europa. Infatti, come avvenuto con i modelli prodotti in Cina e penalizzati nell’Unione Europea, i dazi riguarderebbero solamente i modelli non prodotti negli USA, per cui, non andrebbero a toccare quelli realizzati da un costruttore straniero sul suolo degli USA.
Tuttavia, pensare di triplicare la produzione negli Stati Uniti, in modo da soddisfare le richieste dei clienti senza importare auto dall’Europa, non appare di certo una strada percorribile. Anche altri brand come Audi e Mercedes ne verrebbero fortemente penalizzati, dal momento che hanno dei mercati fiorenti negli USA, che rischiano di deragliare. Vedremo se Trump deciderà di procedere o meno con questa aggressiva politica.
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