Quali sono gli esiti di un recente studio: raggiunto il punto di non ritorno nella produzione di energia dal fotovoltaico.
Quella attuale è una fase di passaggio definitivo da un paradigma produttivo all’altro. Stiamo realmente osservando gli ultimi fuochi, è il caso di dirlo, dell’era degli idrocarburi e sempre più ci avviamo alla fase successiva, quella caratterizzata dall’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, in particolare di una rimasta un po’ “nell’ombra” fino a questo momento.
Il tipping point o punto di non ritorno sembra essere stato raggiunto, nel giudizio di alcuni scienziati e dunque inizia una nuova era. Ma è veramente così? Le tecnologie sviluppate finora nel settore delle rinnovabili sembrano essere ormai così avanzate, da rappresentare concretamente un’alternativa all’energia fossile. Esistono degli ostacoli che rendono queste conclusioni non certe del tutto, come sottolineano gli stessi studiosi.
Il fotovoltaico si appresta a diventare la fonte energetica principale nei mercati elettrici di un futuro non troppo lontano, prima del 2050. Le conclusioni sono di uno gruppo di ricercatori della University College di Londra coadiuvati da scienziati dell’Università di Exeter. Secondo gli studiosi i progressi nella tecnologia solare rendono non più effettiva la predominanza dei combustibili fossili.
La filosofia del “business as usual” (affari immutati, nonostante tutto) non sarebbe più realistica nel settore della produzione energetica. Troppo avanzati i progressi nel solare, con l’incremento esponenziale delle innovazioni. Ultimo esempio, lo sviluppo di celle solari in perovskite con l’aumento dell’efficienza nel riciclo e nell’accumulo energetico.
Quindi sempre più prossimo il punto di non ritorno nella diffusione dell’energia solare. Le innovazioni sono ormai parte dell’economia ed esiste un circolo virtuoso tra realizzazione di tecnologie e loro produzioni sempre più economiche nella aziende. Da qui le previsioni di crescita ulteriore nei prossimi 10 anni. Ma gli scienziati riconoscono delle incertezze e dei limiti che potrebbero rendere gli sviluppi futuri non sostenibili.
Esistono delle responsabilità politiche che richiedono degli impegni precisi da parte dei governi. Si deve raggiungere una maggiore flessibilità della rete, con investimenti nei collegamenti, nelle infrastrutture, nell’accumulo energetico e nella gestione della domanda. I finanziamenti devono essere distribuiti equamente non esclusivamente verso paesi ad alto reddito, lasciando indietro i paesi poveri.
Rafforzare le catene di approvvigionamento di materie prime necessarie alla fabbricazione di pannelli, batterie e linee elettriche. Considerare i rischi della decadenza delle energie fossili, con milioni di posti di lavoro messi in discussione e con le inevitabili opposizioni politiche; in questo senso sono necessarie politiche di sviluppo economico e industriale per appianare le diseguaglianze e attenuare le tensioni sociali.
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