Ma sapete dove vanno a finire queste somme? A regolamentare tutto è un articolo del Codice della Strada, ma spesso viene infranto
Il recente Dl Trasporti varato dal Governo presieduto da Mario Draghi fa un ulteriore giro di vite sulle multe che potranno essere comminate. Come se le cifre e le circostanze non fossero già numerose. Ma sapete dove vanno a finire i soldi delle multe? Ve lo diciamo noi.
Più tempo a disposizione per immatricolare le auto con ecobonus, assegno unico maggiorato per i ragazzi disabili, stretta sulle manutenzioni nelle metropolitane, multe per le e-bike ‘truccate’. Dalle opere al fisco, dalle famiglie ai trasporti, il governo vara nuove misure per semplificare le procedure e migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese. Ma anche per andare in soccorso all’organizzazione di grandi eventi, come il Giubileo di Roma, le cui opere sono ora equiparate a quelle del Pnrr. Questi, in sintesi, i contenuti dell’ultimo Dl Trasporti.
Insomma, aumentano anche le circostanze che possono portare soldi derivanti da multe nelle casse dello Stato. Ma sapete dove vanno a finire queste somme? A regolamentare tutto è l’articolo 208 del Codice della Strada. La logica che regola quanto stabilito dalla legge è che le somme intascate con le multe debbano essere reimpiegati proprio nel medesimo settore in cui si è registrata l’infrazione. Il punto, però, è che a volte non capita questo.
L’articolo 208 del Codice della Strada, cui facevamo riferimento prima, prevede infatti che le somme incassate dallo Stato (o da un ente locale) derivanti dalle multe finiscano nel Piano Nazionale della sicurezza stradale. Che prevede, tra le altre cose, la manutenzione delle strade e la loro messa in sicurezza.
Per esempio, le multe per eccesso di velocità dovrebbero essere impiegate non solo per la messa in sicurezza, ma anche per potenziare le attività di controllo. Ma non sempre questo accade. Spesso, infatti, gli enti locali non versano le somme negli appositi fondi.
Per questo il Governo sta studiando una serie di sanzioni, soprattutto di carattere pecuniario, per “punire” chi non rispetta le regole. L’idea dell’Esecutivo emerge nel corso di una recente audizione parlamentare del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovannini.
“Si potrebbe quindi prevedere l’obbligo di versare l’importo delle sanzioni su un capitolo di entrata del bilancio dello Stato per essere successivamente destinato alle finalità di sicurezza stradale previste. In mancanza del versamento potrebbe essere il ministero dell’Interno a provvedere con proprio decreto al recupero delle somme dovute a valere su altri trasferimenti agli enti locali inadempienti. L’obbligo di segnalazione alla procura regionale della Corte dei conti dei Comuni inadempienti rimarrebbe, ma verrebbe posto in capo all’organo di revisione contabile degli stessi enti locali” ha detto il ministro.
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