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Sport e Motori

I misteri della Formula Uno: i flop più terrificanti della storia, perché nessuno ne parla – Video

Aprire una scuderia di Formula Uno è un impegno costoso e imponente che spesso impiega anni ed anni per far recuperare il denaro agli investitori. Queste scuderie hanno “floppato” in tutti i sensi.

A tutti piacciono le grandi sorprese: è bello nel Motorsport quando un pilota o una scuderia su cui nessuno avrebbe scommesso un Dollaro bucato ad inizio campionato finisce per affermarsi gara dopo gara nelle competizioni più dure che il mondo dei motori conosca. A volte però, i sogni di gloria di una piccola realtà rimangono tali. Anzi, non iniziano proprio!

Formula 1 (web source)

Il canale YouTube La F1 dimenticata ha recentemente portato un’interessante classifica di scuderie “fantasma” che pur essendosi regolarmente iscritte ad un campionato del mondo – spendendo in alcuni casi milioni di Euro – non si sono mai viste in un Gran Premio ufficiale o hanno fatto una comparsata passata perlopiù inosservata agli occhi dei fans. Abbiamo quindi deciso di approfondire la storia di quattro di questi team misteriosi…

Partiamo subito con una scuderia peculiare, l’argentina Berta. Fondata dal talentoso ingegnere locale Oreste Berta, l’omonima scuderia è stata la prima realtà locale ad avvicinarsi all’agognato traguardo di esordire in Formula Uno: dopo una breve esperienza nella Indy 5000 nord americana dove l’auto montava un motore Chevrolet, Berta decise di fare il gran salto, iscrivendo la propria vettura alle qualifiche del Gran Premio di Buenos Aires del 1975.

Il banco di prova del campionato più importante del mondo però si rivelo fuori dalla portata della piccola scuderia che nonostante gli incoraggianti risultati ottenuti in campionati minori, non partecipò nemmeno alle qualifiche: la monoposto argentina guidata dal pilota Nestor Garcia Veiga infatti ebbe una serie di guasti durante alcuni giri di prova, finendo per non figurare nemmeno nell’elenco delle auto iscritte al GP che si trova su Wikipedia.

Fiaschi europei

Un’altra sfortunata scuderia di origini latine fu la spagnola Bravo, una realtà talmente poco conosciuta ad oggi che se non ci fosse una foto a testimoniarne l’esistenza, si potrebbe pensare ad una leggenda urbana. Questa scuderia spagnola fondata da Jean Pierre Mosnier nel 1991 investì ben tre milioni di Dollari in una monoposto da iscrivere al Campionato Mondiale dello stesso anno.

La scuderia Bravo non arrivò mai nemmeno ai paddock (Unraced)

Almeno la Berta aveva raggiunto la linea di partenza delle qualifiche: la Bravo riuscì soltanto a presentare il pilota ed un modellino della propria monoposto prima che un’ispezione della FIA al prototipo per i test su strada bocciasse su tutta la linea l’operato della scuderia, escludendola di fatto dal mondiale. Negli anni successivi, la Bravo cessò semplicemente di esistere.

La scuderia con più rimpianti della lista è senz’altro la Trussardi, casa di moda milanese che nel 1987 investì ingenti risorse nella creazione di un paddock per la Formula Uno. Non volendo progettare una monoposto originale, la casa di moda milanese acquisto alcune ottime B186 dalla Benetton, riscrivendole alle ultime gare del campionato. Le auto però, essendo state prodotte da una scuderia rivale, non vennero accettate dalla FIA e il marchio abbandonò tutti i propositi di partecipare l’anno seguente. Un vero peccato perchè le premesse erano interessanti…

L’ultima storia di una clamorosa partecipazione mancata al Campionato riguarda la Phoenix Grand Prix, scuderia nata – non a caso – dalle ceneri della Prost Grand Prix, fallita nel 2001. La scuderia tenterà in tutti i modi di partecipare a numerosi gran premi del 2002  compreso quello di Malesia con delle monoposto costruite in fretta e furia con componenti Prost e Arrows. I tentativi della Phoenix, respinti per aver infranto i regolamenti della FIA verranno bocciati e il sogno finirà quello stesso anno. Conoscevate già qualcuna di queste storie?

Manfredi Falcetta

Appassionato di auto e moto, mi piace immergermi nell’universo dei motori, scoprendo le ultime innovazioni tecnologiche e seguendo le competizioni più emozionanti. La scrittura e la lettura, invece, sono le mie oasi di tranquillità, dove mi perdo tra le pagine di libri avvincenti e mi esprimo liberamente attraverso le parole.

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