L’idea era ambiziosa: creare una moto rivoluzionaria. Siamo a metà degli anni ’90, ma ben presto il sogno si spense
Per qualcuno la Ferrari deve legare il proprio nome solo alle auto. Altri, invece, rimpiangono che il Cavallino Rampante non abbia spostato il proprio business anche sulle due ruote. Ognuno di noi può farsi la propria idea. L’importante è sapere che questo è un dilemma che ci portiamo dietro da decenni. E che, in passato, siamo stati molto vicini a una svolta. Questa svolta avrebbe potuto avere un nome ben preciso: Cagiva Ferrari F4.
La Cagiva F4 è un prototipo di motocicletta da competizione sviluppato della casa italiana Cagiva, in collaborazione con Ferrari, tra il 1995 e il 1996. Il nome deriva, evidentemente, dalla “F” di Ferrari, produttore di motore e telaio, e dal “4” riferito al numero dei cilindri. L’obiettivo infatti, era molto ambizioso: porsi al vertice delle 4 cilindri nel Mondiale Superbike.
L’unità da 750 cm³ nacque quindi con soluzioni esclusive per l’epoca, come la disposizione delle valvole radiali ereditata dai propulsori Ferrari, prima azienda ad adottare tale concetto, e il cambio estraibile, direttamente derivato dalle coeve Cagiva da Gran Prix. Quest’ultima una soluzione alquanto pregiata per un mezzo destinato alla guida su strada e difatti quasi assente su altre moto pure di eguale fattura. Il peso complessivo era di 186 kg.
L’idea di Claudio Castiglioni, patron del gruppo che comprendeva Cagiva e Ducati, era quello di realizzare una moto rivoluzionaria. Da qui, dunque, la scelta del 4 cilindri in linea da 750 cc con valvole radiali, cambio estraibile e distribuzione a catena centrale. Grazie all’expertise Ferrari, infatti, si attingeva a piene mani dalla Formula 1.
Del design si occupò invece Massimo Tamburini, direttore del Centro Ricerche Cagiva. Nel tracciare la nuova Cagiva Ferrari F4 spiccava il doppio faro anteriore. La Cagiva in quel periodo faceva proprio sul serio con questa due ruote. La Cagiva Ferrari F4 effettuò nel 1995 anche diversi test ufficiali sul circuito del Mugello.
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Nonostante gli sforzi, il progetto rimase quello che era per sempre: un prototipo. Anche a causa delle cattive condizioni economiche in cui si trovava la Cagiva, messa sul lastrico dalle spese affrontate per il Motomondiale. Capita la situazione, anche la Ferrari si tirò indietro e il sogno di creare una moto rivoluzionaria si spense con la stessa velocità con cui si era acceso. Magra consolazione che il progetto, successivamente rivisto, prefigurò la MV Agusta F4.
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